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Forni Cleantech: pulizia di parti che contengono residui plastici

Non mancano i nuovi progetti in casa PHT Petrelli Heating Technologies, a cominciare dai forni Cleantech che provvedono al servizio di pulizia di parti che contengono materiale plastico. Interessanti prospettive anche nel campo della rigenerazione del carbonio delle pale eoliche.

Le tecnologie del calore applicate all’industria. È questa, in sintesi, la filosofia di PHT Petrelli Heating Technologies, azienda che ha al suo attivo oltre sessant’anni di esperienza nella produzione di resistenze e unità di termoregolazione. Già da alcuni anni, a questa gamma si è aggiunto lo sviluppo dei forni Cleantech per la pulizia di parti (teste di estrusione, ugelli, filiere ed altri ancora) che contengono residui in materiale polimerico.

“In PHT – spiega il General Manager Patrizio Petrelli – oltre alla vendita dei forni Cleantech stiamo fortemente promuovendo il service, un’alternativa all’acquisto per quelle aziende che non hanno la necessità di pulire i loro componenti con grande frequenza. Per questo stiamo costruendo il forno di grandi dimensioni Cleantech 1500, capace di accogliere teste di estrusione in bolla fino a 20 tonnellate di peso e che avrà bisogno di un nuovo capannone dedicato. Il service, che verrà attivato entro la fine dell’anno, è un argomento nuovo e questo forno è davvero unico”.

Il primo forno di questa tipologia verrà quindi installato da PHT e messo a disposizione dei costruttori di impianti di estrusione in bolla che potranno condurre le operazioni di pulizia delle parti con maggiore rapidità ed efficienza. Oggi, infatti, questo procedimento richiede il fermo dell’impianto, lo smontaggio e ben 3 / 5 settimane di lavoro. Con il sistema PHT la testa di estrusione viene invece inserita intera nel forno di pulizia per un tempo di 24/48 ore. I test condotti confermano il raggiungimento di risultati molto soddisfacenti.

Non secondari gli aspetti ambientali. “Sui forni Cleantech – spiega Petrelli – abbiamo certificato un sistema di filtrazione fumi molto avanzato, equipaggiato con un innovativo post-combustore che neutralizza i gas di scarico che verrà brevettato. In questo modo, senza una cappa di aspirazione, vengono abbattuti tutti i fumi e gli odori. Inoltre, il forno è elettrico ed ha un consumo estremamente contenuto”.

Ma non è tutto. Al forno di taglia maggiore è abbinato un impianto che recupera i gas di scarico, li raffredda e li condensa, producendo gasolio: da 100 kg di plastica riciclata si possono ricavare circa 80 kg di gasolio, con un sistema di riciclo chimico.

La rigenerazione del carbonio

La tecnologia del calore PHT ha trovato recentemente un nuovo ambito applicativo: la rigenerazione del carbonio. “Questo progetto – spiega Petrelli – è nato dalla collaborazione con il CNR ed Enea che hanno ricevuto l’incarico dalla UE di una ricerca in questo campo, finalizzato al recupero delle pale eoliche a fine vita. Si stima infatti che, solo in Europa, dovranno essere recuperate circa 220 mila tonnellate di carbonio che dovrà essere rigenerato.

Rimane però il problema di preservare le prestazioni del materiale. Il carbonio, una volta pirolizzato, perde tra l’85 e l’87% delle caratteristiche meccaniche. Attualmente, viene recuperato includendolo nell’asfalto, nel cemento ma i quantitativi disponibili eccedono la capacità smaltimento.

“In PHT – sottolinea Petrelli – abbiamo fatto alcuni test che hanno dato come risultato una perdita di prestazioni del 13% soltanto. In questo modo il carbonio trattato può tornare nella filiera produttiva. Collabora con noi anche la facoltà di chimica dell’Università di Bologna, attraverso un indirizzo specifico dedicato ai compositi”.

Da qui è nata la necessità di realizzare questi forni lunghi 27 metri, abbastanza per contenere le pale eoliche. “Siamo stati inseriti nel programma e siamo censiti come progettisti in questo campo. Il forno Cleantech 1500 è nato anche dall’esigenza di effettuare i test con maggiori quantitativi di materiale. Con questo materiale rigenerato sono già stati realizzati sedili per rinomate case automobilistiche. Un costruttore, per esempio, produce ogni anno circa 100 tonnellate di carbonio che con questa tecnologia possono essere rigenerate. Abbiamo ottime prospettive.” conclude Petrelli.