Abbigliamento tecnico ad alte prestazioni

RadiciGroup e Politecnico di Milano hanno stretto una collaborazione che ha portato a individuare ipotesi veramente interessanti per realizzare capi di abbigliamento adatti per gli interventi degli operatori del Soccorso Alpino Italiano, anche nelle condizioni più critiche.

RadiciGroup, produttore di fibre sintetiche e materiali plastici molto utilizzati nel settore dello sport, ha promosso con il Politecnico di Milano un “workshop” dedicato al “Design per lo sportswear”, nell’ambito del Corso di Laurea Magistrale di Design per il Sistema Moda. Circa una cinquantina di studenti di provenienza internazionale hanno preso parte alla formazione specifica, che da Settembre a Dicembre 2017 li ha visti concentrati nella progettazione e nello sviluppo di capi sportivi innovativi sia nelle forme che nei materiali e nello stile. Per essere legati ad un utilizzo concreto è stato chiamato in causa il Soccorso Alpino Lombardo, entità locale del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), che ha illustrato ai ragazzi le esigenze dei soccorritori in casi di emergenza.
L’attività è stata esercitata nell’ambito del Corso di Laboratorio Design per lo Sportswear coordinato dalla professoressa Maurizia Botti. Il Laboratorio di Fashion Design è strutturato in modo tale da consentire agli studenti di interfacciarsi con realtà aziendali affermate ed innovative, rispondendo, in termini di tecnicità e funzionalità, ai requisiti richiesti dalle nuove esigenze del mercato. Grazie al supporto di Radici Group e del Soccorso Alpino gli studenti hanno potuto applicare le conoscenze tecnologiche acquisite in un caso concreto, dove comfort, alta prestazione, sicurezza ed innovazione sono le caratteristiche essenziali all’abbigliamento. Questo progetto ha permesso agli studenti di interfacciarsi con una importante azienda produttrice di materiali destinati al settore dello sport, trovando poi nel CNSAS il riferimento ideale per applicare le cognizioni apprese. Gli studenti sono stati supportati da una logica progettuale che ha loro consentito di comprendere come fare innovazione di processo e quindi come sviluppare il prodotto lungo l’intera filiera tessile fino ad arrivare alla realizzazione del capo finito ed al lancio sul mercato. I ragazzi si sono suddivisi in sette gruppi di lavoro creando ciascuno un proprio brand, con “mission” e valori identificativi. Tenendo in considerazione le esigenze del Soccorso Alpino in situazioni di emergenza e avendo presente le specificità dei vari materiali, ogni gruppo è arrivato a definire una vera e propria “collezione”.

Il supporto di RadiciGroup

RadiciGroup, grazie soprattutto all’integrazione nella filiera produttiva (dalla chimica dei polimeri al filo tessile), è in grado di adeguare la formulazione dei polimeri per uso tessile al rapidissimo mutamento delle tendenze e delle necessità di un mercato altamente competitivo e alla continua ricerca di nuovi traguardi. Senza dimenticare la sostenibilità: il Gruppo sposa infatti i concetti di ecodesign ed economia circolare, mettendo a disposizione prodotti progettati in funzione anche del loro fine vita. La sfida che tutta RadiciGroup sta affrontando è fare in modo che i prodotti tessili vengano progettati in modo da poter essere riciclati meccanicamente e diventare una materia prima “seconda” per usi tecnici e industriali. Il ventaglio dell’offerta dei prodotti sviluppati da Radici per l’abbigliamento sportivo e tecnico è assai ampio; i gruppi di studenti hanno potuto servirsene in pieno per fare le loro scelte. Lo vedremo, caso per caso.

Presentazione dei progetti migliori

Presso la sede del CAI, a Milano, lo scorso 5 febbraio, sono stati presentati alla stampa ed un pubblico selezionato i tre progetti migliori, che hanno scelto i seguenti brand: Aura, FOS, Umbo. Prima di descrivere le specificità tecniche e concettuali di ognuno, è necessaria una doverosa premessa: i tre gruppi di studenti hanno elaborato i loro progetti con una cura veramente meticolosa di ogni singolo elemento di vestiario e con una precisione nella definizione di ogni particolare degni della massima lode, dovendo anche tenere in considerazione il tempo limitato a disposizione.
Purtroppo non è possibile riportare tutti i particolari delle presentazioni; dobbiamo quindi limitarci ad una sintesi estremamente ridotta. Ovviamente, ci sono elementi comuni nei tre gruppi: lo studio del corpo umano, per evidenziare le zone critiche, come quelle di sudorazione più elevata e le parti che richiedono una protezione maggiore.
Sono state anche studiate le condizioni ambientali dove c’è necessità di intervento. La progettazione dei capi ha sempre avuto come elemento base l’esigenza di performance dei capi, per garantire la sicurezza, il comfort e la visibilità degli operatori del CNSAS. Una premessa comune è il desiderio di coniugare innovazione con ecodesign, considerazione necessaria ai sensi dello sviluppo sostenibile. Anche la verifica della presenza di competitor sul mercato è sempre stata presa in considerazione. Passando poi ad esaminare in maggior dettaglio i tre lavori, altro elemento comune è il focus, puntato sulla giacca ad alta visibilità. I progetti hanno previsto l’abbigliamento come una successione di quattro strati, ognuno con funzionalità specifiche, con le seguenti caratteristiche: strato base, a contato pelle: traspirabilità e comfort; 2° strato: morbido, termoisolante, per un’ottimale conservazione del microambiente corporeo; 3° strato: protettivo, dotato quindi della massima resistenza meccanica; 4° strato: alta visibilità. Ad integrazione del vestiario di base, per il busto e gli arti, sono stati anche progettati anche gli accessori (guanti, casco, calzini). Le fibre tessili di Radici sono state utilizzate ampiamente, soprattutto con le varie tipologie delle poliammidiche Radilon e delle poliestere Radyarn. Entriamo ora nelle specificità dei singoli progetti

Aura
Concept: bioluminescenza; da cui deriva l’idea dei soccorritori visti come luce dalle persone in difficoltà.
Particolarità nella scelta dei materiali: nel 1^ strato vengono impiegati: il filo tessile bio-based Biofeel, l’innovativo prodotto rispettoso dell’ambiente che è il primo filato poliammidico 100% bio-based ricavato da fonti vegetali rinnovabili e non destinate all’alimentazione, e il Radyarn BiCo Skin Core, contenente microparticelle di TiO2. Nel 2^ strato: Radyarn supermicrofiber, 100% micro filamento poliestere e r-Radyarn, poliestere riciclato. Nel 3° strato: la membrana microporosa Goretex e il Raditek Fine, PA66 alta tenacità. Nel 4° strato: Radyarn trilobato e Radyarn supermicrofiber, entrambe poliestere. Inoltre, per permettere una buona visibilità laterale, i lati del cappuccio sono in TPU, poliuretano trasparente. I guanti costituiscono di per sé un progetto completo. Per i materiali sono stati selezionati il Goretex e la fibra poliammidica ad alta tenacità, con bottone magnetico per fissaggio sulle maniche. Inoltre, sono dotati di un sensore in grado di rilevare la temperatura corporea della persona che viene soccorsa. Per comunicare in modo inequivocabile al resto della squadra il grado di urgenza di un soccorso, sull’esterno della giacca sono collocati del LED colorati, con questo significato: luce azzurra: non urgente; luce gialla: stato grave; luce rossa: urgenza estrema.

Umbo
Concept: la pigna.
L’idea rivoluzionaria che sta alla base di questo gruppo è di fare riferimento al comportamento di questo frutto, che si può socchiudere per poter scambiare umidità con l’ambiente. Infatti, nell’immagine a lato, si evidenzia lo speciale dispositivo con presenza di celle che si aprono per far fuoruscire il sudore e si richiudono successivamente. Per quanto riguarda la scelta dei materiali, si segnala nel 1° strato il Biofeel; nel 2° il Radilon Super Micro XD, assai confortevole, impermeabile ad acqua e vento, nel 3^ strato PVC a protezione della testa, e Starlight UV Guard PET, resistente alla radiazione solare; nel 4^ strato Radyarn Starlight Ceramic PET, contenente microparticelle di TiO2, per la massima protezione dalle radiazioni UV. Anche UMBO ha predisposto un codice di comunicazione visiva a LED. Come evidenziato nell’immagine relativa, il giallo sta per richiesta di elicottero; il rosso per intervento medico.

FOS
Concept: la presenza della luce.
Inevitabilmente, anche gli studenti di questo gruppo hanno operato scelte similari a quelle già descritte. Invece, assolutamente originale è la scelta di adottare, nella giacca ad alta visibilità, rappresentata in fotografia, materiali tessili conduttivi della società Soliani per facilitare l’uso dei LED di segnalazione ed una scheda elettronica dotata di microcontrollore Lilypad Arduino, che ha la particolarità di poter essere cucita su un capo d’abbigliamento, mantenendo integralmente la sua funzionalità.

Dallo sportswear all’athleisure

Athleisure è una nuova energica tendenza della moda che segna l’unione fra sportswear e abbigliamento formale. Infatti, la moda ora guarda allo sport, per realizzare capi di abbigliamento capaci di unire performance e stile, iniziando da una progettazione che coniughi nuove tecnologie con particolare attenzione all’ambiente. In perfetta sincronia con uno stile di vita attivo e dinamico, qui si sfrutta la comodità di un outfit sportivo senza rinunciare ad un tocco glamour. Grazie a materiali sempre più ricercati e design curati nel dettaglio, l’athleisure è il nuovo protagonista del settore abbigliamento, anche grazie a collaborazioni d’eccezione.
In questa seconda parte del corso gli studenti, guidati dal professor Gianfranco Azzini, si sono cimentati nella realizzazione di una collezione “urban”, che trae origine dalla sartorialità tipica italiana per evolversi verso forme più destrutturate e tessuti tecnologici per uno streetwear futuristico. Ed ecco che anche in questo caso le fibre sintetiche di RadiciGroup hanno trovato applicazione, da sole o in combinazione con altri materiali, naturali o sintetici, per dare ai capi d’abbigliamento garanzia di comfort, vestibilità e versatilità.

Università e industria collaborano

La professoressa Maurizia Botti ha così commentato la presentazione: «Grazie al lavoro di squadra con RadiciGroup e Soccorso Alpino Lombardo, i nostri studenti hanno potuto trasferire e applicare le conoscenze tecnologiche acquisite nella prima parte del corso in un caso concreto, laddove comfort, alta prestazione e innovazione si intrecciano in un capo. Sono particolarmente soddisfatta di questo progetto che ha permesso al mondo accademico di interfacciarsi con una importante azienda produttrice di materiali destinati al settore dello sport, per lo studio di capi tecnici utilizzabili dal Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS)».
«Come produttori di materie prime rivolte anche al settore dello sport – ha sottolineato Marco De Silvestri, Marketing Director della Business Area Comfort Fibres di RadiciGroup – siamo i primi ad avere a cuore che i giovani designer siano consapevoli già in fase di progettazione delle specifiche caratteristiche e delle performance che i materiali possono offrire. Poliammide e poliestere, due delle fibre maggiormente utilizzate nei capi sportivi, sono molto versatili e permettono di condensare diverse prestazioni in un unico prodotto, ottimizzandone l’uso a seconda delle specifiche necessità».