
La Global Impact Coalition – rete di CEO delle principali aziende chimiche – accelera sulla sostenibilità. In questa intervista, il CEO Charlie Tan racconta missione, sfide e strategie della coalizione. Obiettivo? Ridurre le emissioni, abbandonare i combustibili fossili e guidare la trasformazione globale del settore.
Global Impact Coalition riunisce gli amministratori delegati di aziende chimiche che mirano a promuovere la sostenibilità del settore. Qual è la vostra missione e quali obiettivi vi ponete per il futuro?
Global Impact Coalition (GIC) è una piattaforma creata dagli amministratori delegati di aziende chimiche allo scopo di guidare il cambiamento sistemico del settore verso un futuro circolare e a zero emissioni nette. La nostra missione è accelerare la transizione promuovendo la collaborazione lungo l’intera catena del valore con l’obiettivo di sviluppare tecnologie innovative scalabili e stabilire nuovi modelli di business in grado di ridurre le emissioni e valorizzare la circolarità.
Dopo il distacco dal World Economic Forum (WEF) nel novembre 2023, la rete Global Impact Coalition è cresciuta rapidamente, riunendo i principali player del settore per affrontare alcune delle sfide più impegnative in materia di sostenibilità. Guardando al futuro, puntiamo ad espandere il nostro impatto globale ampliando la platea degli aderenti, coinvolgendo un maggior numero di operatori a valle (come i produttori di beni di consumo e la grande distribuzione) e costituendo partnership internazionali al fine di accelerare l’espansione delle soluzioni.
Per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni e promuovere la circolarità nella catena del valore dell’industria chimica, miriamo soprattutto a:
- L’implementazione su larga scala di tecnologie all’avanguardia: il nostro obiettivo è quello di portare dal piano della ricerca a quello dell’implementazione commerciale innovazioni promettenti come la conversione diretta dei rifiuti in sostanze chimiche e il riciclo avanzato delle plastiche a fine vita.
- Lo sviluppo di nuovi modelli di business: attraverso l’analisi di scenari collaborativi, joint venture e strumenti finanziari, puntiamo a orientare gli investimenti a favore di soluzioni circolari e a basse emissioni di carbonio commercialmente valide e in grado di competere con i metodi tradizionali.
- La realizzazione di prototipi concettuali (proof of concept) pilota: stiamo identificando nuovi modi per ridurre le emissioni e chiudere i cicli dei materiali attraverso progetti pilota attuabili in grado di dimostrare l’applicazione pratica e la scalabilità di soluzioni sostenibili in tutti i settori.
Guardando al futuro, continueremo a proporre nuove iniziative, espandere le nostre partnership e sviluppare progetti concreti per consentire la trasformazione su larga scala dell’industria chimica.
Quali sono le principali sfide che il settore chimico deve affrontare per ridurre le emissioni di carbonio e migliorare la circolarità dei materiali?
L’industria chimica è uno dei settori più complessi ed energivori, il che rende particolarmente impegnativi gli obiettivi di decarbonizzazione e circolarità. Tra le maggiori sfide che ci attendono segnaliamo:
- Disponibilità e scalabilità della tecnologia: molte tecnologie promettenti a basse emissioni di carbonio, come il cracking elettrico, la cattura del carbonio e i processi di termotrasformazione dei rifiuti in sostanze chimiche, sono ancora in una fase iniziale dello sviluppo o al più in fase di progetto pilota. L’implementazione su larga scala richiede un investimento significativo di capitali, un quadro normativo favorevole e la presenza di infrastrutture adeguate. Ad esempio, sebbene l’idrogeno verde e il metanolo sostenibile rappresentino potenziali materie prime a basse emissioni, la loro produzione è ancora limitata e costosa.
- Disponibilità dei materiali e relative infrastrutture: il passaggio dalle materie prime di origine fossile ad alternative sostenibili (biologiche, riciclate o derivate da CO₂) richiede importanti adeguamenti delle catene di approvvigionamento. La mancanza di infrastrutture avanzate di selezione e trattamento, in particolare per i rifiuti plastici misti, rappresenta un collo di bottiglia critico nel percorso verso il miglioramento della circolarità dei materiali.
- Allineamento normativo e di mercato: politiche disomogenee e un quadro normativo con differenze tra regione e regione creano incertezza, a discapito degli investimenti a lungo termine nelle tecnologie sostenibili. Mentre nell’Unione Europea il Green Deal e l’obbligatorietà dell’utilizzo di materiale riciclato spingono al cambiamento, altri mercati sono in ritardo nell’attuazione di iniziative simili.
- Collaborazione intersettoriale: l’industria chimica non è un mondo a sé: i suoi prodotti si ritrovano in quasi tutti i settori, dall’imballaggio all’automotive, dall’elettronica all’edilizia. Quindi per garantire una reale circolarità è necessario arrivare a un coordinamento tra le varie parti della catena del valore, anche se da sempre i diversi settori operano a compartimenti stagni. Ad esempio, il riciclo delle plastiche utilizzate in applicazioni automotive è ostacolato da pratiche di demolizione disomogenee, assenza di standardizzazione dei materiali e utilizzo limitato di materiali di riciclo nella produzione di nuovi veicoli.
Global Impact Coalition ha lanciato diverse iniziative innovative. Potete dirci di più su progetti come la circolarità delle plastiche automotive, l’hub di ricerca e sviluppo per il trattamento dei rifiuti plastici e la raffinazione circolare della plastica?
- Progetto pilota per la circolarità delle materie plastiche nell’industria automobilistica: ogni anno vengono demoliti milioni di veicoli a fine vita (ELV), ma la maggior parte dei componenti in plastica (oltre l’80% nell’UE) finisce in discarica o negli inceneritori a causa della carenza di soluzioni praticabili a livello di raccolta, selezione e disassemblaggio. Questo progetto pilota mira a realizzare un processo scalabile per il recupero e il riciclo dei materiali lungo l’intera catena del valore, dalla raccolta alla demolizione, dai produttori di plastica alle case automobilistiche. Il progetto sta testando un nuovo approccio ai metodi di demolizione, selezione e riciclo per ottenere materiali secondari di alta qualità che possano essere reintrodotti nei cicli di produzione dei veicoli nuovi.
- Hub di ricerca e sviluppo per il trattamento dei rifiuti plastici: l’hub di ricerca e sviluppo per il trattamento dei rifiuti plastici è stato incubato da Global Impact Coalition nell’ambito del World Economic Forum. Questo progetto si è trasformato in un’iniziativa autonoma gestita da TNO, l’agenzia olandese leader nell’innovazione. L’hub di ricerca e sviluppo si concentra sullo sviluppo di tecnologie di trattamento dei rifiuti a basse emissioni di carbonio allo scopo di affrontare le sfide insite nel riciclo della plastica. In risposta alla necessità di tecnologie di riciclo più evolute, questa iniziativa riunisce aziende leader del settore, ricercatori e sviluppatori di tecnologie con l’obiettivo di esplorare processi innovativi per convertire i rifiuti plastici in preziose materie prime. L’attività dell’hub si concentra su tecniche di selezione, decontaminazione e riciclo chimico di nuova generazione, inclusi i metodi di conversione diretta che scompongono i rifiuti di plastica in monomeri per la produzione di nuovi materiali.
- Raffinazione circolare della plastica (Circular Plastics Refinery): questo progetto mira a valutare, sfruttare e implementare le nuove tecnologie di trattamento dei rifiuti di plastica per consentire il riciclo di una maggiore quantità di materiali. La raffinazione circolare della plastica si rivolge a tipologie specifiche di polimeri che oggi vengono in gran parte smaltiti negli inceneritori in quanto difficili da riciclare. Questa iniziativa è progettata per integrare più tecnologie di riciclo in un unico sistema ottimizzato in grado di consentire un trattamento efficiente dei flussi di rifiuti plastici misti. A differenza del tradizionale riciclo meccanico, che è limitato dalle contaminazioni e dalla degradazione dei polimeri, questo metodo combina la selezione avanzata, la decontaminazione a base di solventi e la depolimerizzazione chimica al fine di massimizzare il recupero e la qualità dei materiali. Questo progetto è attualmente in fase di sviluppo a livello di prototipo concettuale (proof-of-concept).
Quali risultati concreti avete ottenuto finora e quali saranno i prossimi passi nel vostro percorso di sviluppo?
Da quando è diventata un’organizzazione indipendente poco più di un anno fa, la Global Impact Coalition ha compiuto notevoli progressi grazie al riscontro positivo da parte del settore e a un team di vertice particolarmente attivo. In particolare, Global Impact Coalition ha:
- ampliato il numero di aderenti di oltre il 50%, coinvolgendo amministratori di aziende chimiche leader impegnate nella sostenibilità;
- lanciato diversi progetti ad alto impatto, tra cui l’Automotive Plastics Circularity Pilot e l’iniziativa Direct Conversion Technology in collaborazione con l’ETH di Zurigo;
- costituito partnership strategiche, ad esempio con Deep Science Ventures per accelerare lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia;
- collaborato con migliaia di manager del settore in tutto il mondo, sensibilizzandoli sulle sfide e le opportunità di sostenibilità dell’industria chimica attraverso conferenze, tavole rotonde, podcast, webinar e articoli.
Guardando al futuro, puntiamo a:
- Implementare su larga scala i migliori progetti pilota e portare avanti i progetti in corso: se si rivelerà fattibile, prevediamo di espandere ad altre regioni il progetto pilota Automotive Plastics Circularity e di coinvolgere altri operatori del settore automotive. Inoltre, proseguendo la ricerca in collaborazione con l’ETH di Zurigo, valuteremo la fattibilità del progetto pilota di conversione diretta dei rifiuti in sostanze chimiche di qualità.
- Proporre nuove iniziative: la recente riunione dei nostri iscritti dedicata alle nuove idee ha identificato ulteriori opportunità per promuovere l’innovazione nella fabbricazione a basse emissioni di carbonio e riciclo avanzato di prodotti chimici.
- Coinvolgimento di un maggior numero di operatori a valle ed espansione a livello globale: lavorando a stretto contatto con i marchi consumer, la grande distribuzione e i produttori, miriamo a rafforzare la domanda di materiali sostenibili, accelerando la transizione del settore.
L’approccio di Global Impact Coalition è orientato ai risultati, affinché le idee si traducano rapidamente in progetti attuabili in grado di produrre un impatto misurabile.
La vostra partnership con Deep Science Ventures mira ad accelerare lo sviluppo di soluzioni sostenibili. Quali tecnologie o modelli di business innovativi state esplorando?
Attraverso la nostra partnership con Deep Science Ventures (DSV), stiamo identificando e incubando tecnologie rivoluzionarie in grado di trasformare l’industria chimica. In particolare, ci stiamo focalizzando sui percorsi a basse emissioni per i prodotti chimici di base, identificando le opportunità più promettenti per migliorare la sostenibilità e garantendo al contempo la scalabilità industriale. Combinando le competenze scientifiche con un approccio imprenditoriale, puntiamo ad accelerare la commercializzazione di soluzioni promettenti che altrimenti potrebbero trovare difficoltà a prendere piede sul mercato.
Qual è la vostra visione del futuro dell’industria chimica e della gestione sostenibile delle materie plastiche?
Il futuro dell’industria chimica dipende fondamentalmente da un cambio di direzione che porti all’azzeramento delle emissioni nette e alla circolarità. Per raggiungere questo obiettivo, le aziende chimiche devono trovare il modo di affrontare le due principali fonti di emissioni di gas serra (GHG): il consumo di energia e i processi di produzione delle sostanze chimiche.
Per ridurre le emissioni di gas serra in queste due aree, l’industria dovrebbe mettere al primo posto alcune strategie chiave:
- Adozione delle energie rinnovabili ed elettrificazione dei processi chimici.
- Utilizzo dell’idrogeno verde.
- Cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS).
- Integrazione di materie prime più sostenibili e rinnovabili (da materiali alternativi a base biologica, riciclati o derivati da CO₂).
Oltre alla riduzione delle emissioni, la gestione sostenibile della plastica dovrà essere integrata in tutte le catene di approvvigionamento attraverso processi di riciclo avanzato, flussi di materiali a ciclo chiuso e la collaborazione tra i vari settori interessati. Global Impact Coalition si impegna ad imprimere un’accelerazione verso questo futuro riunendo i principali portatori di interessi, promuovendo l’innovazione e implementando su larga scala le soluzioni che conducono a un’industria chimica circolare e a basse emissioni di carbonio.
Che ruolo possono svolgere le aziende, i governi e i consumatori nella transizione verso un’economia più circolare e a basse emissioni di carbonio?
- Aziende: gli operatori devono investire in tecnologie sostenibili, ripensare i rispettivi modelli di business, incorporare la circolarità e collaborare con altre catene del valore per accompagnare il cambiamento sistemico del settore chimico.
- Governi: i responsabili politici svolgono un ruolo cruciale nella definizione di quadri normativi chiari, nell’incentivazione delle soluzioni circolari e a basse emissioni di carbonio e negli investimenti in infrastrutture abilitanti.
- Consumatori: la domanda di prodotti sostenibili può accelerare la trasformazione dell’intero settore chimico. Una maggiore consapevolezza, decisioni di acquisto responsabili e la partecipazione alle iniziative di riciclo contribuiscono a creare un’economia più circolare.
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