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Vamp Tech: compound autoestinguenti da polimeri riciclati e bio-based

Vamp Tech, azienda italiana multinazionale con sede centrale a Busnago (MB), dal 1988 produce e commercializza in tutto il mondo compound autoestinguenti e ad alte prestazioni.

Da sempre, investe una parte significativa delle proprie attività di Ricerca e Sviluppo nello studio di formulazioni sostenibili, progettate per garantire le stesse prestazioni e qualità dei compound tradizionali.

La linea Vampgreen offre soluzioni con proprietà di ritardo alla fiamma, mentre la linea Denigreen si distingue per le sue elevate caratteristiche tecniche.
Alcuni gradi Vampgreen e Denigreen, basati su PP, PA6 e PA66, hanno inoltre ottenuto la certificazione UL94 in carta gialla per garantire le prestazioni di infiammabilità e resistenza in temperatura (RTI).

Le formulazioni derivano da una selezione di resine provenienti da varie fonti sostenibili, tra cui:

  • Polimeri riciclati meccanicamente da rifiuti post-consumo (PCR) o post-industriali (PIR)
  • Polimeri da riciclo chimico
  • Polimeri ottenuti da materie prime bio-based o da fonti non fossili

Il portfolio green di Vamp Tech è in costante evoluzione, adattandosi alle esigenze del mercato e alle più rilevanti tendenze in materia di sostenibilità.

Uno dei prodotti di punta più innovativi è Vampgreen Y 30G RC V0 28, un compound autoestinguente a base di PA66, rinforzato con il 30% di fibra di vetro, contenente resina riciclata meccanicamente (PIR o PCR) e privo di alogeni.

Le caratteristiche principali, riportate anche in carta gialla sono: UL 94 V0 a 0,4 mm, UL 5VA a 1,5 mm, CTI 600 V (PLC 0), GWIT 775 °C a 1,5 mm ed RTI elettrico 130 °C a 0,4 mm

Questo materiale offre quindi prestazioni comparabili a quelle ottenute da polimeri di primo impiego, adatte all’uso nei settori elettrico ed elettronico in applicazioni come connettori, contattori, parti di interruttori a media, bassa ed alta tensione, ma anche nel settore elettrodomestico per sostituire materiali alogenati oppure nel settore automotive, in particolari per applicazioni nel settore della mobilità elettrica, dove i requisiti di resistenza alla fiamma e di isolamento stanno diventando sempre più importanti.

Il tutto ovviamente con un’impronta carbonica più bassa (circa il 34%) rispetto alla stessa soluzione fatta con polimeri di prima scelta, e con una formulazione esente PFAS ed esente triossido di antimonio, per essere il più possibile competitivi ed in linea con le ultime tendenze regolatorie.