Attualità

USA, il piano per le infrastrutture spinge i polimeri

Il piano statunitense per le infrastrutture da 2 trilioni di dollari potrebbe dare un enorme impulso agli investimenti nel sistema dei trasporti, nell’edilizia, nella mobilità e nelle comunicazioni del paese, facendo esplodere la domanda di prodotti chimici e polimeri.

Denominato “The American Jobs Plan” (letteralmente “il piano americano per il lavoro”) la proposta di legge per il rafforzamento delle infrastrutture del paese prevede una dotazione di 621 miliardi di dollari per i trasporti, strade, ponti, mezzi pubblici, aeroporti, porti e infrastrutture per veicoli elettrici (EV); oltre 300 miliardi destinati ai sistemi di approvvigionamento di acqua potabile, alle reti elettriche e all’accesso alla banda larga; e più di 300 miliardi per la costruzione di abitazioni a prezzi accessibili, scuole, ospedali ed edifici per uffici.

La parte puramente infrastrutturale del piano ammonterebbe a 1,2 trilioni di dollari, mentre il resto dei fondi sarebbe destinato a progetti di ricerca e sviluppo e alla formazione professionale.

L’industria chimica statunitense “sarà al centro di questo sforzo poiché fornirà materiali e tecniche avanzate per rendere possibile molti di questi miglioramenti”, ha dichiarato l’associazione dell’industria chimica American Chemistry Council (ACC).

Non c’è dubbio che di tratta di un programma di investimenti nelle infrastrutture degli Stati Uniti di una portata mai vista dai tempi della Seconda guerra mondiale, la cui realizzazione necessiterebbe di enormi volumi di polimeri e prodotti chimici.

Tuttavia, il piano, che dovrebbe essere finanziato in parte dall’aumento del carico fiscale sulle società, probabilmente comporterà mesi di negoziati al Congresso.

Autostrade, autoveicoli e reti idriche

Nel dettaglio, per quanto riguarda le infrastrutture per i trasporti, il piano punta a modernizzare 20.000 miglia (32.000 chilometri) tra strade e autostrade, riparare i 10 principali ponti e 10.000 ponti minori che necessitano di interventi, sostituire migliaia di autobus e vagoni ferroviari, rinnovare gli aeroporti ed ampliare le linee di trasporto urbano e ferroviarie.

La costruzione di autostrade e strade stimolerebbe la domanda di additivi per calcestruzzo e asfalto come il polietilene glicole (PEG) agenti polimerizzanti e altri prodotti chimici come le resine epossidiche e acriliche per sigillanti, metacrilato di metile (MMA) e biossido di titanio (TiO2) per la segnaletica stradale. Inoltre la riparazione dei ponti non richiederebbe solamente polimeri e acciaio, ma anche rivestimenti e vernici industriali.

Riguardo all’industria automobilistica, 174 miliardi di dollari sarebbero destinati agli investimenti nel settore dei veicoli elettrici, per “consentire alle case automobilistiche di stimolare le catene di approvvigionamento nazionali, dalle materie prime alla componentistica, aggiornare le fabbriche per competere a livello globale e supportare i lavoratori americani addetti alla produzione di batterie e veicoli elettrici”. Il piano comprenderebbe anche incentivi fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici prodotti negli Stati Uniti.

Per accelerare la transizione ai veicoli elettrici, il piano contiene anche sovvenzioni e incentivi per realizzare una rete di 500.000 punti di ricarica per i veicoli elettrici entro il 2030, sostituire 50.000 autocarri diesel ed elettrificare almeno il 20% del parco scuolabus del paese.

Anche i mezzi pubblici saranno oggetto di un profondo aggiornamento, con il rinnovo del parco circolante di autobus, con un investimento di 85 miliardi di dollari per modernizzare ed espandere i sistemi di trasporto esistenti. Il Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti stima un arretrato del valore di oltre 105 milioni di dollari in interventi di riparazione da eseguire su 24.000 autobus, 5.000 vagoni ferroviari, 200 stazioni e migliaia di chilometri di binari, segnaletica e sistemi di alimentazione che necessitano di sostituzione. Tra i principali polimeri utilizzati nel settore automobilistico vi sono il nylon, poliuretano (PU), polipropilene (PP), ABS/SAN e policarbonato (PC). Un aspetto interessante è che l’industria automobilistica assorbe attualmente il 32% del nylon, il 20% del PU, il 15% del PC, il 12% dell’ABS/SAN e l’8% di PP prodotti su base globale, secondo ICIS Analytics.

Per quanto riguarda le infrastrutture idriche, il piano destinerebbe 45 miliardi di dollari per la sostituzione del 100% dei tubi di piombo nelle reti di approvvigionamento di acqua potabile al fine di eliminare l’esposizione al piombo nelle case e nelle scuole.

Tra i materiali di sostituzione del piombo in queste applicazioni vi sono il rame, l’acciaio zincato e il PVC. La sostituzione dei tubi di piombo è parte di un investimento di 111 miliardi di dollari per la modernizzazione delle reti idriche che comprenderebbe anche l’eliminazione dei contaminanti PFAS (perfluoroalchili e polifluoroalchili) nell’acqua potabile.

Ristrutturazione di immobili residenziali e commerciali

La costruzione e l’ammodernamento di case ed edifici svolge una parte importante nel piano, che riserva 213 miliardi di dollari per costruire a prezzi accessibili, preservare e ristrutturare oltre 2 milioni di unità abitative, e 100 miliardi per aggiornare e costruire nuove scuole oltre a svariate decine di miliardi per edifici universitari pubblici, strutture per l’infanzia, ospedali per veterani.

Le nuove costruzioni e le ristrutturazioni punteranno al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. Ciò aumenterebbe la domanda di polimeri importanti per l’edilizia come PVC, PU, polistirene espanso (EPS) e metacrilato di polimetile (PMMA). Da notare che le applicazioni edilizie assorbono polimeri: il 68% del PVC, il 51% di EPS, il 30% del PU e il 28% del PMMA su base globale, secondo ICIS Analytics.

Accesso alla banda larga

Il piano inoltre prevede l’ampliamento dell’accesso a Internet a banda larga ad alta velocità e alle connessioni mobili con un investimento di 100 miliardi di dollari, destinato anche alla connessione di 35% e oltre di statunitensi che vivono in aree rurali senza accesso a Internet a una velocità minima accettabile.

Di conseguenza aumenterebbe la domanda di compound per fili e cavi utilizzati per le guaine dei fili e delle linee in fibra ottica che consentono connessioni a banda larga ad alta velocità.

Dow produce una gamma di compound per i cavi per telecomunicazioni realizzati con diversi tipi di polietilene (PE) per abilitare l’accesso alla banda larga. Questi compound e polimeri coprono e proteggono i cavi in rame e in fibra ottica.

Progetti dimostrativi per l’energia pulita

Gli impianti solari ed eolici su larga scala non sono specificamente menzionati nel piano, tranne che nel caso di progetti di impianti eolici dimostrativi.

Si tratterebbe di un investimento complessivo di 35 miliardi di dollari per facilitare i progressi nel campo delle energie pulite, di cui 15 miliardi di dollari destinati alla realizzazione di impianti dimostrativi per la ricerca e lo sviluppo sul clima nell’ambito dello stoccaggio di energia, cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), l’idrogeno, il nucleare avanzato, la separazione di terre rare, parchi eolici su piattaforme offshore galleggianti, biocarburanti / bioprodotti, computer quantistici e veicoli elettrici.

Inoltre, 100 miliardi di dollari verrebbero destinati al rafforzamento delle infrastrutture elettriche, oltre che all’aggiornamento della rete elettrica e all’estensione dei crediti d’imposta per la produzione e lo stoccaggio di energia pulita.

Il piano prevede anche un investimento di 46 miliardi per integrare i fondi federali destinati a far partire le produzioni manifatturiere ad energia pulita. Ciò consentirebbe la fabbricazione a livello locale di veicoli elettrici, pompe, materiali puliti e reattori nucleari avanzati e la produzione di combustibili necessari per raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050.

…e modifiche fiscali

Infine, il piano comprende varie modifiche alle imposte, tra cui l’aumento al 28% dell’aliquota d’imposta sulle società al posto dell’attuale 21%, il taglio degli sgravi fiscali, l’attuazione di misure volte a scoraggiare le delocalizzazioni e l’eliminazione delle agevolazioni fiscali per i combustibili fossili.

Questa parte del piano è la più indigesta per il mondo delle imprese, e diverse associazioni di categoria hanno già manifestato i loro dubbi.

“Esprimiamo gravi preoccupazioni riguardo alle disposizioni fiscali contenute nella proposta di legge che renderebbero l’America meno competitiva, soffocherebbero l’innovazione e interferirebbero con la nostra capacità di investire, innovare, creare posti di lavoro e fornire tecnologie fondamentali per il miglioramento delle infrastrutture, l’energia pulita e le soluzioni per la salvaguardia del clima”, ha dichiarato Chris Jahn, Ceo di ACC.

“Un aumento del carico fiscale sulle imprese industriali andrebbe a minare la nostra capacità di guidare la ripresa. Il nostro settore ha lottato per decenni per arrivare a un sistema fiscale con aliquote competitive e moderne disposizioni fiscali internazionali”, ha dichiarato Jay Timmons, Ceo dell’associazione delle imprese industriali National Association of Manufacturers (NAM).

Anche altre associazioni di categoria come Associated General Contractors of America (AGC) e American Petroleum Institute (API) hanno espresso riserve riguardo alle modifiche fiscali previste nel piano.

 

Articolo di approfondimento di Joseph Chang, Global Editor, ICIS Chemical Business, con i contributi di Rhian O’Connor, Adam Yanelli e Janet Miranda.

a cura di Joseph Chang, Global Editor, ICIS Chemical Business