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Università Liuc: arrivano gli ingegneri della sostenibilità

Aziende di grandi, medie e piccole dimensioni che fanno plastica di nuova generazione da materia prima o da riciclo o da entrambe e vengono studiate all’Università, al corso di laurea magistrale  in Sostenibilità dei sistemi produttivi della LIUC. Aziende come Radici Group in provincia di Bergamo, Fulgar nel mantovano o Mogu ad Inarzo, in provincia di Varese che produce polistirene “bio” dai funghi. E poi la nota Timberland, solo per citarne alcune.

Da sempre attenta ai driver di innovazione in atto nel sistema industriale, grazie al consolidato rapporto con le imprese che la contraddistingue fin dalle origini, la LIUC forma i futuri ingegneri che si preparano a gestire i processi di innovazione con la necessaria attenzione alla sostenibilità. Già dal 2015, infatti, è presente un corso specificatamente dedicato alla green economy. Quest’anno l’insegnamento ha saputo sfruttare i vincoli, ma anche le potenzialità, della didattica in remoto per rafforzare il legame con le imprese e, mediante la disponibilità di manager ed esperti, ha consentito agli studenti di toccare con mano cosa voglia dire essere un’impresa sostenibile.

La LIUC è stata tra le prime università italiane a dedicare un insegnamento ai temi della sostenibilità – spiega Aurora Magni, titolare del corso indirizzato agli studenti del 2° anno Magistrale di Ingegneria Gestionalee i nostri studenti non solo mostrano un vivo interesse per gli argomenti trattati, ma sono ben consapevoli dell’importanza che difesa ambientale e responsabilità sociale d’impresa hanno assunto nell’economia. Ragionare su come costruire un nuovo modello di sviluppo non è certamente un puro esercizio accademico”.

Aggiunge la docente: “Le lezioni puntano a far comprendere come la sostenibilità fornisca alle imprese elementi di effettiva competitività e come sia necessario collegare le iniziative a metodologie di misurazione e ad una documentazione rigorosa. Lo sviluppo dei materiali, il ruolo della chimica evidenziano quanto forte deve essere il legame con la ricerca e l’innovazione”.

Durante le lezioni gli studenti hanno avuto la possibilità di confrontare i temi teorici con le esperienze vissute dalle imprese e dialogare con alcuni protagonisti della green economy italiana.

La didattica on line ha consentito di inserire 10 contribuiti aziendali nella cornice della lezione tradizionale focalizzando al meglio i contenuti trattati. Gli esperti coinvolti, rende noto Aurora Magni, “sono stati bravissimi nel far comprendere come il processo produttivo – dalla progettazione alla scelta dei materiali; dall’adozione di metodologie di valutazione e rendicontazione delle performance alla programmazione del fine vita del prodotto – si basi su approcci scientifici e su filiere integrate”. A favore della sostenibilità, il corso insiste sulla necessità di adottare metodi rigorosi per evitare greenwashing e gli ingegneri gestionali possono dare un forte contributo in questa direzione.