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Per un PPWR equo: l’appello delle aziende italiane

Il dibattito sulla proposta di Regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio (PPWR) continua a essere al centro delle discussioni, con le aziende italiane produttrici di imballaggi in plastica per alimenti freschi riunite in Pro Food che sollevano la voce in difesa di un approccio imparziale e costruttivo.

La proposta di regolamento, che dichiara di applicarsi a tutti i materiali impiegati negli imballaggi, sembra essere in contrasto con la realtà legislativa attuale. Le aziende Pro Food sostengono che, nonostante il recente voto correttivo del Parlamento Europeo, il dibattito in corso presso il Consiglio dell’Unione Europea è ancora permeato da preconcetti ideologici, in particolare nei confronti degli imballaggi in plastica per alimenti.

Una delle principali criticità evidenziate riguarda la valutazione di impatto alla base della proposta, ritenuta debole e approssimativa. La Commissione Europea stessa ha chiesto ulteriori integrazioni, il cui esito è attualmente sconosciuto. Inoltre, le aziende fanno notare che dati provenienti da studi indipendenti riscrivono la narrazione sulle microplastiche, attribuendone l’origine non solo alla frammentazione degli imballaggi in plastica, ma anche ad altre fonti, come evidenziato da uno studio dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN).

Le imprese italiane, che occupano una posizione rilevante nell’industria degli imballaggi, sottolineano il loro contributo positivo alla competitività delle filiere nazionali agro-alimentari. Esse si definiscono consapevoli del ruolo e della responsabilità, impegnate in uno sviluppo sempre più sostenibile e già orientate verso l’integrazione di materiali alternativi ai polimeri tradizionali, comprese plastiche riciclate e compostabili.

L’appello di Pro Food è netto: “No a compromessi” che trasformano gli imballaggi in plastica per alimenti in facili capri espiatori. Le preoccupazioni si concentrano sulla presidenza spagnola del Consiglio d’Europa, che sembra inclinata a trasformare il testo del PPWR in uno strumento punitivo.

L’appello al governo italiano è chiaro e mira a:

  • Confermare la posizione criticamente costruttiva rispetto al PPWR, già espressa a livello parlamentare.
  • Sostenere modifiche, chiarimenti e miglioramenti proposti dalla presidenza spagnola del Consiglio, come la soppressione di divieti non supportati da prove di reali benefici e la ridefinizione del concetto di “riciclato su scala”.
  • Proteggere il mercato unico europeo eliminando la possibilità di introdurre ulteriori vincoli nazionali.

Pro Food chiede soprattutto di evitare compromessi discriminatori che potrebbero mettere a rischio un sistema da 9.000 dipendenti e oltre 2 miliardi di fatturato. Si prospetta un attacco indiretto all’eccellenza della distribuzione agro-alimentare italiana e alla democraticità della ristorazione veloce di massa. Le imprese avvertono che un compromesso del genere non porterebbe a benefici ambientali reali, ma piuttosto ad un aumento dello spreco alimentare e dei costi per i cittadini. La richiesta è di preservare sistemi di distribuzione e consumo sostenibili, in armonia con l’economia e l’ambiente.