Attualità

PET per bottiglie per acqua e soft-drink: attualità e prospettive

Il mercato del PET per bottiglie di acqua e soft-drink in Europa è estremamente sensibile all’andamento delle temperature durante la stagione estiva e ai movimenti turistici. Questi fattori, a cui quest’anno bisogna aggiungere l’emergenza Covid-19, sono in grado di modificare la domanda di resina vergine e riciclata.

Il mercato del PET per bottiglie di acqua e soft-drink in Europa è estremamente sensibile all’andamento delle temperature durante la stagione estiva e ai movimenti turistici. Questi fattori, a cui quest’anno bisogna aggiungere l’emergenza Covid-19, sono in grado di modificare la domanda di resina vergine e riciclata.

La domanda di resina PET collegata al turismo è tutt’altro che trascurabile in Europa; l’acqua in bottiglia, le bibite e gli alimenti confezionati sono beni che vengono acquistati di frequente dai vacanzieri. Da una consultazione pubblica della Commissione Europea risulta che spesso gli europei non sono sicuri della qualità dell’acqua del rubinetto quando si trovano all’estero. Solo il 20% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi a suo agio a bere acqua del rubinetto al di fuori del proprio paese d’origine. Dal momento che l’acqua è un bene essenziale, è quindi evidente che quando si è all’estero le bevande in bottiglia hanno la precedenza sul rubinetto.

Parlare di anni “tipici” nel mercato della resina PET rappresenta un’eccezione. Ad esempio, nel 2018 vi sono stati problemi di produzione delle materie prime che hanno causato un picco dei prezzi sul mercato interno europeo. Nel primo trimestre del 2019 invece, a fronte degli elevati prezzi raggiunti in Europa, il mercato del continente è stato inondato dalle importazioni a basso costo provenienti dall’Asia. I magazzini di parecchi distributori erano pieni e quindi il calo della domanda di materiali prodotti nel continente ha costretto molti produttori a ridurre la capacità dei loro impianti. Quanto al 2020, esso sarà sicuramente ricordato come un anno turbolento dalla maggior parte dei mercati, e il mercato del PET non mancherà di subire le conseguenze di questa situazione.

I flussi commerciali del primo trimestre in Europa risentono chiaramente degli effetti della pandemia. In questo periodo, le esportazioni dall’Asia verso l’Europa sono state di gran lunga inferiori rispetto ai livelli del 2019. Ciò non può essere attribuito solamente allo sconvolgimento delle catene logistiche in Asia, ma anche al fatto che la differenza di prezzo con la resina PET asiatica ha continuato a ridursi negli ultimi 12 mesi. In questa situazione, anche se i prezzi della resina PET vergine sono ai minimi storici, sembra che i produttori europei stiano registrando alcuni effetti positivi, dal momento che si assiste a un ritorno della produzione interna come conseguenza del fatto che i distributori cercano di accorciare le loro catene di approvvigionamento, eliminando così un certo grado di incertezza da un mercato tanto volatile.

Lockdown e andamento dei prezzi

Misure di lockdown sono state ampiamente implementate in tutta Europa a partire dal mese di marzo, di pari passo con la progressiva espansione del contagio nel continente. L’effetto iniziale sulla resina PET è stato un picco della domanda provocato dal rapido accumulo di scorte alimentari e di prodotti per la casa da parte della popolazione. Di conseguenza, il prezzo della resina PET è inizialmente rimasto stabile anche a fronte del crollo dei prezzi del greggio e dei costi delle materie prime.

Entro fine aprile erano state messe in atto misure di lockdown e restrizioni nella maggior parte dell’Europa e la domanda di resina PET si era attenuata. Le popolazioni sono state soggette a limitazioni, non solo nel loro paese di residenza, ma anche nelle loro stesse case. L’attività turistica, che aveva visto un inizio d’anno positivo, si era di fatto arrestata. I paesi europei avevano chiuso le frontiere e la quarantena forzata incombeva ogniqualvolta si passava da un paese all’altro. Il calo dei prezzi delle materie prime e l’indebolimento della domanda a valle hanno quindi iniziato a ripercuotersi sui prezzi della resina PET prodotta in Europa.

L’impatto del coronavirus sul turismo non è ancora del tutto noto. La stagione turistica 2020 si è praticamente chiusa ancora prima di iniziare. La Spagna, una popolare destinazione turistica, ha registrato a marzo un calo di quasi il 60% dei pernottamenti nelle strutture turistiche rispetto al 2019. Questa percentuale indica l’occupazione delle strutture ricettive turistiche (alberghi, appartamenti e altre strutture per soggiorni brevi) da parte di non residenti.

Quando si viaggia all’estero gli acquisti di acqua e bibite avvengono su base quotidiana. I consumi crescono di pari passo con l’aumento della temperatura. Le destinazioni turistiche più popolari sperimentano quindi un notevole incremento delle vendite nel periodo estivo come conseguenza dell’aumento della temperatura e del maggior afflusso di clienti. Questo a sua volta comporta un aumento della domanda di resina PET.

Detto questo, il calo degli acquisti effettuati dai non residenti sta già interessando le principali marche. In aprile Britvic, un produttore britannico di bevande analcoliche, ha visto le vendite ai consumatori non residenti diminuire drasticamente del 57% rispetto al 2019, un dato parzialmente controbilanciato dalla crescita del 12% delle vendite ai residenti.

Con i flussi turistici significativamente ridotti a partire da metà marzo è quasi inevitabile che nel 2020 non vi sarà nessuna stagione delle ferie ‘normale’, e quindi la domanda di resina PET anno su anno dovrebbe contrarsi soprattutto nelle mete turistiche più popolari.

Il trasporto aereo

È grave anche l’effetto che la pandemia sta producendo sul settore del trasporto aereo in Europa. Con i governi che limitano viaggi e spostamenti, le compagnie aeree non registrano quasi alcuna domanda per i loro servizi. In Europa a marzo è stato regolarmente effettuato solo il 58% dei voli commerciali rispetto al 2019. Ad aprile, il traffico nello spazio aereo europeo era praticamente fermo con solo il 5% dei voli commerciali in Europa a confronto del 2019. I cieli sono rimasti quasi vuoti anche a maggio, mese nel quale, nonostante un leggero aumento, il numero assoluto dei voli è risultato essere una frazione rispetto al 2019.

Il 2020 era iniziato bene per l’industria del turismo in Europa. Rispetto al 2019 i numeri di gennaio e febbraio avevano evidenziato una crescita del 4% nei pernottamenti nelle strutture turistiche da parte dei non residenti. Tuttavia, con il peggioramento della pandemia, tutti i viaggi non essenziali attraverso l’Europa si sono fermati. Con opzioni di viaggio limitate e la maggior parte delle popolazioni incoraggiate a rimanere a casa, l’industria del turismo ha registrato un crollo senza precedenti.

L’ipotesi che la dinamica dei voli sia direttamente proporzionale a quella dei pernottamenti nelle strutture turistiche viene utilizzata come base per le stime sull’andamento del comparto turistico nel 2020. Vengono presi in considerazione tre scenari (Tabella 1). Lo scenario 1 presuppone che i viaggi in aereo e quindi il turismo torneranno al 60% del dato del 2019 entro dicembre. Lo scenario 2 è più ottimista e prevede un ritorno al 75% dei viaggi in aereo e del turismo entro dicembre, mentre lo scenario 3 presuppone che i numeri dei voli e del turismo si riportino ai medesimi livelli pre-coronavirus entro ottobre 2020.

Si va quindi dalla perdita di 700 milioni di pernottamenti prefigurata dallo scenario più ottimistico alla perdita di 1 miliardo di pernottamenti dello scenario più pessimistico, per il quale entro dicembre i viaggi in aereo e il turismo arriverebbero al 60% del dato del 2019.

Si ipotizza che un individuo che soggiorna in una struttura turistica consumi tre bevande confezionate in PET al giorno (Tabella 2).

La perdita complessiva stimata potrebbe anche non essere così elevata, seppure con grandi differenze riguardo alla distribuzione geografica della domanda. Infatti, i paesi che in genere registrano alti livelli di presenze turistiche possono perdere notevoli volumi di vendita di bevande e quindi di domanda di resina PET. D’altra parte, i paesi la cui popolazione tende a lasciare il paese di residenza per recarsi in vacanza all’estero potrebbero recuperare quote di domanda dal momento che molti saranno costretti a trascorrere le ferie a casa.

Tra i paesi che potrebbero assistere a un certo ritorno della domanda in quanto i loro abitanti solitamente trascorrono le vacanze all’estero vi sono l’Olanda, la Germania, il Belgio e la Danimarca. Al contrario, tra i paesi che di solito attraggono notevoli flussi di turisti esteri, ma prevedibilmente non nel 2020, vi sono la Spagna, l’Italia, la Grecia, il Portogallo, la Croazia e Malta. La domanda di resina PET in questi ultimi paesi dovrebbe quindi diminuire rispetto al 2019.

Il riciclo

Le tendenze della domanda di resina PET vergine influiscono sul mercato del PET di riciclo (R-PET) dal lato dell’offerta. Qualsiasi calo nei consumi di bevande si traduce in una riduzione dei volumi di bottiglie disponibili per la raccolta. Chiaramente, questa analisi evidenzia uno spostamento della domanda maggiore rispetto alla riduzione, poiché le vacanze a casa si traducono in consumi interni più elevati. Ciò suggerisce che i paesi con i tassi di raccolta più elevati registreranno un aumento dei volumi di raccolta, come la Germania, unitamente a quelli in cui vige il sistema dei resi.

Nel complesso, questa analisi non indica una crescita dei consumi in un momento in cui gli utilizzatori di R-PET sono sempre più impegnati a favore della sostenibilità e la catena degli approvvigionamenti richiede una crescita più elevata delle quote di recupero a livello continentale. Secondo i dati della ricerca annuale ICIS sul settore del R-PET, nel 2018 la quota delle bottiglie di PET recuperate in Europa era arrivata al 63% mentre il tasso di crescita previsto per il biennio 2020/2021 è di circa il 3% l’anno. Tuttavia, l’analisi ICIS indica che, per raggiungere gli obiettivi di recupero imposti dalla direttiva SUP (Single Use Plastics) sulle plastiche monouso, il tasso di crescita richiesto per il recupero dovrebbe arrivare a oltre il doppio, ovvero al 7% l’anno. La raccolta e la selezione non rappresentano solamente il primo anello della catena del riciclo, ma anche quello più debole. In assenza di materia prima dei livelli quantitativi e qualitativi richiesti, la catena degli approvvigionamenti non è in grado di fornire il prodotto R-PET necessario per soddisfare l’elevato livello della domanda attuale e futura.

I numeri

Le dimensioni del mercato globale del polietilene tereftalato riciclato sono state valutate a 7,34 miliardi di USD nel 2019. Si prevede che registrerà un tasso annuo di crescita composto del 7,9% durante il periodo 2020-2027. In tempi recenti, i consumatori sono diventati più consapevoli della sostenibilità ambientale, che ha favorito la crescita del mercato. Inoltre, si prevede che il divieto di discariche introdotto in diversi paesi sviluppati in Nord America ed Europa guiderà il mercato dell’R-PET nel periodo di previsione. In termini di entrate, il mercato statunitense del polietilene tereftalato riciclato ha rappresentato una quota considerevole delle entrate complessive nel 2019. Si prevede che progredirà ad un tasso dell’8,5% nel periodo di previsione. Gli Stati Uniti non sono solo il più grande mercato di R-PET in Nord America, ma sono anche uno dei più grandi mercati a livello globale.

a cura di Susan Mair, analista petrolchimica, ICIS