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Palette in plastica per il caffè: a rischio un intero settore

Le aziende produttrici di palette in plastica associate a Confida, l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica, sono in allarme dopo il recepimento della Direttiva SUP che prevede limitazioni nell’utilizzo di articoli in plastica monouso.

Il recepimento di tale normativa rischia – si legge in una nota dell’associazione – di compromettere l’esistenza di un intero settore, quello delle palette in plastica del caffè per i distributori automatici composto da piccole e medie imprese italiane, e di trasformare queste aziende in semplici riveditori di prodotti importati

Il divieto, in vigore dal 3 luglio 2021, di immissione nel mercato europeo di alcuni prodotti in plastica tra cui le palette – prosegue la nota – non tiene conto della mancanza di un’alternativa valida che rispetti le indicazioni della direttiva stessa. Il divieto di produzione di simili prodotti potrebbe significare, per il settore delle palette, un taglio fino al 90% dei posti di lavoro.

“In base alla direttiva europea – commenta Massimo Trapletti, presidente di Confida – laddove non esistano alternative, come in questo caso, i singoli Paesi dovrebbero perseguire solo gli obiettivi di riduzione del consumo e non di divieto di immissione sul mercato. Quanto previsto dalla legge di recepimento italiana, quindi, prevede delle restrizioni sproporzionate e discriminatorie nei confronti dei produttori di palette che subirebbero un danno economico ingente. L’intero settore del vending – conclude il presidente – dopo il 3 luglio sarà in difficoltà per la mancanza di un accessorio fondamentale per l’erogazione del servizio.”

Alle palette in plastica, afferma l’associazione, non esistono alternative. La bioplastica compostabile – che può essere impiegata in sostituzione di quella tradizionale – non regge le alte temperature (tra gli 80 e i 90°C) delle bevande calde come tè, caffè e cioccolate. Il legno invece (a fine 2019 erano solo l’1% le palette in commercio, contro il 97% costituito da quelle in plastica) non ha certificazioni di riciclabilità ed è meno resistente della plastica all’umidità e al calore interni alla macchina.

L’impatto della mancanza delle palette in plastica avrà inoltre ripercussioni sull’intero settore della distribuzione automatica, comparto in cui l’Italia è leader in Europa con oltre 820 mila distributori automatici, 3 mila aziende di gestione e oltre 33 mila lavoratori.

“Le palette in plastica, inoltre – conclude Trapletti – sono prodotti riciclabili composti dallo stesso materiale dei bicchierini utilizzati nei distributori automatici. Per questo motivo, sono state incluse nel progetto RiVending voluto e promosso da Confida, Corepla e Unionplast che si sposa con i principi europei dell’economia circolare fornendo un “fine vita” virtuoso alla plastica dei distributori automatici”.