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Ionomeri: mercato, produzione, aree geografiche

Il consumo mondiale di ionomeri nel 2021 è stato di 32.000 tonnellate, in crescita ad un tasso medio annuo del 7,4% nell’arco dell’ultimo decennio. Da notare che tra il 2011 e il 2019 il tasso di crescita medio annuo è stato di quasi il 9%; la pandemia del 2020 ha provocato una forte contrazione dei consumi, con una ripresa sostenuta nel 2021. Si tratta quindi di un mercato decisamente di nicchia, ma ad alto tasso di crescita ed elevato valore aggiunto; in termini di valore il mercato mondiale nel 2021 è stato in circa 450 milioni di dollari.

L’offerta di ionomeri

L’industria degli ionomeri è caratterizzata da una concentrazione piuttosto elevata; i maggiori produttori sono concentrati in Nord America, Giappone, Europa e Cina. Sono le stesse società produttrici che attraverso un’intenza attività di Ricerca & Sviluppo promuovono, non solo l’innovazione di prodotto, ma anche nuove applicazioni di questi polimeri.

Le aree geografiche di mercato degli ionomeri

Attualmente il Nord America è l’area geografica maggior consumatrice di ionomeri, seguita dall’emergente area asiatica.

Il mercato statunitense è il primo mercato mondiale; il primo ionomero Surlyn è stato lanciato dalla società nordamericana DuPont.

In America Latina i due mercati di maggiori dimensioni sono quello brasiliano e quello messicano. In generale tutta l’America Latina sta attraversando un prolungato periodo di pesante crisi economica; il 2020 è stato un anno particolarmente difficile, il peggiore da più di un secolo. L’America Latina è stata la regione più colpita dalla pandemia; inoltre la crisi pandemica si è abbinata, sommandosi, ad un lungo periodo di bassa crescita, iniziato già nel 2014, con consumi al ribasso un po’ in tutti i settori; in particolare il settore dell’imballaggio, uno dei settori di utilizzo più importanti degli ionomeri, è stato particolarmente colpito. A parte i casi disastrosi di Venezuela e Argentina, al limite della bancarotta, anche in quasi tutti gli altri paesi latinoamericani, se non in maniera così drammatica, la situazione è tutt’altro che rosea; leggermente migliore la situazione in Messico, grazie alla sua appartenenza al Nafta, e ad un tipo di mentalità gestionale migliore che in altri paesi di quest’area geografica.

In Europa Occidentale, la domanda di ionomeri è concentrata per oltre il 60% in Germania, Francia, Italia e Regno Unito. Dopo un pesante calo della domanda nel 2020, il 2021 ha dato decisi segnali di ripresa.

Nell’area europea orientale il mercato di maggiori dimensioni è quello russo (vedi tabella 3).

Nonostante l’economia russa abbia resistito meglio di altri paesi all’urto della pandemia, l’economia russa tenta ancora, ormai da anni, a decollare. I sostegni alle famiglie e lo sviluppo delle infrastrutture promesse dal Governo si sono, a conti fatti, rivelati troppo deboli per rilanciare un’economia in affanno. Tutti i settori di utilizzo degli ionomeri risentono negativamente di questa situazione.

Migliore la situazione nei paesi dell’Est Europa facenti parte della UE; in particolare Polonia, Romania, Croazia e Slovenia.

Nell’area Asia – Pacifico il mercato di maggiori dimensioni è quello cinese. Dopo anni di tumultuosa crescita, l’economia cinese sta conoscendo una fase di notevole rallentamento, pur sempre con tassi di crescita positivi, e superiori a quelli degli altri paesi. I motivi di tale rallentamento sono molteplici:

  • la crisi energetica;
  • i lockdown;
  • l’insolvenza di grosse realtà nel settore edilizio;
  • la mancata capacità, da parte delle Autorità, di trasmettere in maniera sufficientemente chiara ai mercati e agli interlocutori internazionali la nuova ridefinizione normativa, mirata a spostare le priorità del Governo dalla sola crescita ad un maggior equilibrio tra sviluppo e sostenibilità, in un momento in cui la sostenibilità diventa un aspetto sempre più prioritario nelle strategie di realtà pubbliche e private. Nei mesi di agosto – settembre 2021 il Governo cinese aveva intensificato il processo di revisione normativa mediante provvedimenti mirati ad assicurare un maggior controllo da parte dello Stato, nonché una maggiore regolamentazione in alcuni settori specifici. Questa mancata capacità di comunicazione chiara ed univoca ha diminuito la propensione al rischio da parte degli investitori esteri.

Infine nell’area africana – medio orientale il mercato con maggiori potenzialità di crescita resta la Turchia. Nonostante una continua crescita dei consumi interni, il contesto economico – finanziario turco resta estremamente fragile: tassi di interesse troppo elevati, stretta creditizia, svalutazione della lira turca, e inflazione galoppante creano un’avversione da parte degli investitori esteri ad investire in Turchia, un paese fortemente dipendente dagli investimenti esteri: in particolare tra i settori di utilizzo degli ionomeri risentono negativamente di questa situazione imballaggi e beni di consumo.

Prevedibili evoluzioni del mercato degli ionomeri

Le peculiari caratteristiche degli ionomeri, che li rendono un materiale di difficile sostituzione in svariate applicazioni, continueranno ad essere il principale traino del mercato di questi polimeri. Un altro forte elemento di traino è l’attività di Ricerca & Sviluppo delle società produttrici che continuamente offrono nuove opportunità di utilizzo.

Globalmente il mercato degli ionomeri è previsto crescere nei prossimi anni ad un ritmo medio annuo del 7,9%, per arrivare ad attestarsi a 43,4 kton nel 2025. Il confezionamento di prodotti cosmetici e farmaceutici saranno i due settori di impiego a più alto tasso di crescita (vedi tabella 6).

Tra i paesi con prospettive a più alto tasso di sviluppo figurano: India, Sud Corea, Cina (anche se con tassi di crescita inferiori rispetto a quanto si potesse ipotizzare fino a pochi anni fa), Turchia, USA (vedi tabella 7).

I tassi di crescita ipotizzati per il mercato turco vanno considerati più che altro come potenziali: il paese infatti è caratterizzato da una costante crescita dei consumi interni e da una popolazione giovane e attiva, e resta un mercato ad alto potenziale di crescita; il problema che attualmente frena e offusca tali potenzialità è dovuto principalmente alla fuga di investitori esteri, essenziali per la crescita economica del paese, fuga dovuta a sua volta alla difficile situazione finanziaria interna.

Diversa la situazione in Brasile, altro grosso bacino potenziale di consumi, ma che ormai da anni si dibatte in una crisi politica che non riesce a trovare adeguate soluzioni ai reali problemi del paese: la cattiva gestione della crisi sanitaria da pandemia ha contribuito ad una nuova e ripetuta crescita del tasso di povertà nel paese, con un aumento dell’indice di inflazione, aumento della precarietà dei lavoratori e aumentate esigenze di assistenza ad un crescente numero di cittadini indigenti.

Non molto dissimile la situazione in Russia: l’economia russa stagna anch’essa oramai da diversi anni, e le misure di sostegno adottate dal Governo, rivelatesi troppo deboli, ancora una volta sono state una mancata occasione per il rilancio dell’economia del paese.