Cingolani: sulla Direttiva SUP trovato l’accordo con Bruxelles

Sulla Direttiva SUP e sulla messa al bando delle plastiche monouso, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, ha dichiarato che “l’accordo con Bruxelles è già trovato. Il problema non c’è, grazie a un’interlocuzione più tecnica che politica, che fa bene a tutti”.

Spazio a nuove soluzioni tecnologiche

In una dichiarazione a Radio 24, il ministro ha spiegato di aver avuto un incontro con Franz Timmermans, vicepresidente della Commissione europea. “L’accordo – ha spiegato Cingolani – è che si continueranno a rivedere le linee guida in funzione delle nuove soluzioni tecnologiche, ed è stato riconosciuto il fatto che, se ho un bicchiere di carta che è il 90% carta e il 10% plastica, non me lo pesano come tutto plastica, ma riconoscono che c’è solo il 10%. Quando io ho parlato con il vicepresidente Timmermans, ci siamo confrontati con la massima serenità e abbiamo convenuto senza alcun contrasto”.

Le critiche alla Direttiva SUP

L’attuazione della Direttiva SUP, a partire dal 3 luglio prossimo, aveva suscitato un coro di critiche da parte italiana, soprattutto per la messa ala bando delle plastiche biodegradabili e compostabili, fiore all’occhiello della nostra industria. Alle critiche del versante politico, si sono aggiunte quelle di Confindustria sulle linee guida della direttiva e sull’allargamento del bando ad articoli monouso come piatti, bicchieri e imballaggi di carta rivestita da un sottile strato di plastica (meno del 10%), un altro settore di spicco dell’industria italiana.

Cingolani: “La plastica deve essere ridotta”

Su un punto però Cingolani è d’accordo con quanto stabilito nella Direttiva SUP: l’uso della plastica deve essere ridotto.

“Siamo tutti d’accordo che la plastica vada ridotta. Non esiste discussione su questo punto – ha concluso Cingolani – Quando sono arrivato pochi mesi fa, ho letto le linee guide e ho trovato abbastanza questionabile un punto: alla fine l’unica plastica che viene ammessa è quella riciclabile. Questo vuol dire che noi continuiamo a produrre plastiche che, sia pure in maniera ritardata dal riciclo, un giorno diventeranno rifiuto. In maniera cieca invece sono state definite non utilizzabili tutte le altre plastiche, anche le più moderne, quelle a base di fibre vegetali. Il che riflette una lettura un po’ vecchia delle tecnologie recenti”.