Un gruppo di 97 azionisti di Bio-on scrive al fondatore ed ex presidente Marco Astorri, chiedendo a lui e ai suoi avvocati di promuovere la ricerca di un soggetto industriale che valuti il patrimonio della società di bioplastiche, dichiarata fallita nel 2019, e ne prosegua il progetto nel campo delle applicazioni del PHA.
Dopo sei tentativi di vendita all’asta andati deserti e un processo che vede imputati dieci tra ex dirigenti e revisori dei conti presso il Tribunale di Bologna ancora in corso, gli azionisti lanciano la proposta di “un concordato fallimentare presentato da un soggetto che, proponendo un accordo di compromesso accettabile al ceto creditorio e una soluzione per la ricapitalizzazione di Bio-on riservi anche una quota di partecipazione a noi vecchi azionisti, non puramente nominale”.
L’obiettivo è riportare Bio-on a un punto in cui sia possibile far ripartire le attività industriali e di ricerca nello stabilimento dell’azienda di Castel San Pietro “dal punto dove è stata ingiustamente fermata”, dopo la pubblicazione del report del fondo Quintessential, la messa in stato di accusa dei vertici e il fallimento.
“Gli investitori – conclude la lettera – hanno sempre creduto del progetto Bio-on e, nonostante sia stata loro impedita la legittima possibilità di influire sul suo destino e sostenerla, non convocando l’assemblea soci prima di dichiararne il fallimento, contravvenendo alla lettera del dettato all’art. 2409 c.c., sono disponibili a dare il loro supporto a eventuali soluzioni che permettano di proseguire il cammino interrotto, una volta che il nuovo management saprà conquistare la loro fiducia. Gli azionisti sperano in ogni caso in una rinascita di Bio-On dalle macerie, ma non rimarranno inerti di fronte alla vendita ad un soggetto che non li tenga in conto; ma essi possono essere considerati un valore per il soggetto proponente una soluzione”.
a cura di Paolo Spinelli
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