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Crac Bio-on, parla il fondo Quintessential

Fu il report di Quintessential, nell’estate 2019, a definire Bio-on un “castello di carte” e a portare al crac la società di bioplastica, dopo l’inchiesta aperta dalla Procura di Bologna. Oggi, in un’intervista al Corriere di Bologna, parla Gabriele Grego, alla guida del fondo di investimento.

Grego ammette di aver guadagnato dalla speculazione al ribasso sul titolo Bio-on che in un giorno bruciò 700 milioni, ma rivendica di aver portato alla luce una frode di grandi dimensioni. L’unicorno guidato da Marco Astorri, che era arrivato a capitalizzare 1,3 miliardi, è stato messo all’asta la settimana scorsa per la cifra di 95 milioni.

Il manager si dice sorpreso di una valutazione così elevata per una società dichiarata fallita: «Lo stabilimento è costato a Bio-on circa 44 milioni. Una cifra, per tonnellata di capacità produttiva, dieci volte superiore ai costi dei concorrenti. Ammesso che il valore sia quello, chi è interessato a rilevare lo stabilimento non produce plastica Pha quindi, teoricamente, si dovrebbe parlare di valori inferiori».

Anche i brevetti, valutati dai curatori 50 milioni, avrebbero, secondo Griego, un valore nettamente inferiore, trattandosi in gran parte di domande di brevetto, indicate nel bilancio Bio-on con un valore di 5,5 milioni.

Grego respinge anche le accuse di essere stato imbeccato da un concorrente: «La verità è che non c’è nessuno dietro il fondo, quella su Bio-on è un’operazione che ho ideato io. Non ci ha imbeccato nessuno. Non è successo ma, anche se fosse, non vedo il problema. La questione è la frode, non chi l’ha smascherata. Bio-On, per altro, è fallita per mancanza di liquidità quando si è capito che il re era nudo»

In conclusione, Grego rivendica il suo ruolo di aver messo in luce una frode finanziaria di grandi proporzioni: «Senza il nostro intervento sarebbe successo come con Parmalat. Bio-on era in trattativa per un aumento di capitale da 200 milioni con Ubs che è saltato dopo il nostro intervento. Continuando con questa crescita finta la società avrebbe coinvolto sempre più persone. Lo dico a tutti gli azionisti: non devono arrabbiarsi con me, ma con chi ha perpetrato la frode. Il loro sacrificio è servito a salvare altri risparmiatori».