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Il valore dei polimeri: le banconote del Regno Unito saranno di plastica

La Banca d’Inghilterra ha deciso che da ottobre le banconote saranno solo di plastica. Quelle di carta andranno fuori corso. Verrà così completata la rivoluzione cominciata nel 2016 con il taglio da 5 sterline con il volto di Winston Churchill, seguito da quello da 10 con la scrittrice Jane Austen. Adesso è il turno di quelle da 20 che avranno l’effige del pittore William Turner. Sull’altro lato, per tutti i tagli, il ritratto del sovrano. Anch’esso dovrà cambiare: dalla compianta Elisabetta II a Carlo III.

Il cambiamento è motivato dal fatto che le prestazioni delle nuove sterline di materiale polimerico sono di gran lunga migliori rispetto a quelle in carta. Per esempio, sono più difficili da contraffare e possono addirittura sopportare un lavaggio in lavatrice. Dietro la tecnologia di produzione c’è anche un po’ di Italia: è stata infatti una macchina delle Officine Meccaniche Cerutti di Casale Monferrato a stampare le prime banconote nel 2015.

La Gran Bretagna non è però la prima nazione a utilizzare la plastica per le sue banconote: pioniera è stata l’Australia nel 1988, seguita poi da altri paesi.

Una scelta che mette in evidenza ancora una volta le caratteristiche delle materie plastiche: resistenza, durata nel tempo, sicurezza, flessibilità di utilizzo, libertà di progettazione, riciclabilità. A ben guardare sono le peculiarità che rendono i materiali polimerici indispensabili in tante applicazioni in tutti i settori industriali. Il passaggio dalla carta alla plastica segna inoltre una sorta di rivincita di quest’ultima sulla prima, che un luogo comune ritiene sempre e comunque più ecosostenibile. Le banconote polimeriche hanno infatti una vita più lunga e, una volta ritirate dalla circolazione, potranno essere triturate e riciclate in nuovi prodotti.

Sembra che per ora che questa trasformazione non abbia suscitato le critiche del mondo ambientalista. Del resto, il rischio di trovare banconote in mare o per la strada credo che proprio non sussista.

a cura di Paolo Spinelli