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Polietilene riciclato: mercato 2024 difficile, ma segni di ottimismo

La maggior parte degli operatori prevede che le difficili condizioni di mercato del polietilene riciclato (R-PE) si protrarranno anche nel 2024 a causa delle spinte macroeconomiche che puntano al ribasso, anche se molti si aspettano che la situazione vada a migliorare rispetto al 2023.

Molti prevedono che la debolezza della domanda persisterà almeno fino al termine del primo semestre del 2024 e che si potrebbe aspettare fino al 2025 prima di vedere una ripresa su larga scala del mercato, a seconda dell’evoluzione della crisi del costo della vita e della pressione a favore del polimero vergine.

Polietilene ad alta densità di riciclo (R-HDPE)

Alcuni operatori del mercato del polietilene ad alta densità di riciclo (R-HDPE) sperano in un leggero rimbalzo già nel primo trimestre, in particolare nel settore degli imballaggi, a seguito della ricostituzione delle scorte a inizio anno e della riavvio di diversi progetti di imballaggio precedentemente sospesi.

Ciò nonostante, il settore degli imballaggi rimane particolarmente sensibile ai costi, più di quanto non lo sia stato da diversi anni a questa parte, mentre il mercato delle applicazioni finali in settori come l’edilizia, il fai da te e l’arredamento per esterni (che peraltro continuano a fare la parte del leone in termini di consumi) rimane influenzato in maniera fortemente negativa dalla crisi del costo della vita.

L’”Eurobarometro” del Parlamento europeo dello scorso autunno indica che il 47 % degli europei ha visto il proprio tenore di vita peggiorare nel 2023, con il 37 % che ha difficoltà a pagare le bollette e il 73 % che prevede un ulteriore peggioramento nei prossimi 12 mesi.

Mentre l’R-HDPE rimane in gran parte immune dai movimenti che stanno attualmente investendo il mercato del polimero vergine, nel 2023 i bassi valori del polimero vergine hanno esercitato una pressione costante sul materiale di riciclo, soprattutto per i gradi diversi da quelli per gli imballaggi. Per questo motivo si prevede che i movimenti dei prezzi del polimero vergine avranno un impatto amplificato sul mercato dell’R-HDPE già a partire da inizio 2024.

L’edilizia rimane il settore finale più debole in termini di domanda e dove l’eccesso di offerta è più alto, con la crisi del costo della vita che continua a pesare sulla domanda dei consumatori e sotto la continua pressione a favore dei materiali vergini e di seconda scelta. Lo scorso giugno 2023, i pellet neri R-HDPE per tubi sono stati scambiati per la prima volta in assoluto al di sotto del prezzo dei pellet neri per uso generale, una situazione che ancora persiste allo stato attuale.

R-PE: outlook 2024
R-PE: outlook 2024

Mentre le condizioni permangono difficili, il mercato si muove strutturalmente nel breve termine. A ciò si aggiunge il fatto che nel 2023 si è assistito a una razionalizzazione dell’offerta a valle, spingendo diversi operatori a credere che un’eventuale ripresa potrebbe avere un impatto rapido e incisivo sulla fiducia del mercato. Le condizioni rimangono volatili e difficili da prevedere.

Polietilene a bassa densità di riciclo (R-LDPE)

Gli operatori del mercato del polietilene a bassa densità di riciclo (R-LDPE) non prevedono grandi sorprese nella prima parte del 2024, ma le opinioni raccolte a dicembre indicavano un livello di fiducia piuttosto modesto.

Un’area di particolare interesse per gli operatori del settore del R-LDPE flessibile è il trend dei prezzi dell’LDPE vergine e l’impatto che ciò potrebbe avere sulla domanda di materiale di riciclo nella prima metà dell’anno. I prezzi del polimero vergine si sono indeboliti verso la fine del 2023 e ciò potrebbe ripercuotersi sulla domanda di pellet di R-LDPE flessibile soprattutto nel caso che il polimero vergine tendesse al ribasso anche nel 2024. A dicembre, i prezzi dell’LDPE vergine erano inferiori ai prezzi del pellet R-LDPE flessibile naturale trasparente e naturale traslucido.

 

R-PE: outlook 2024
R-PE: outlook 2024

I gradi di qualità superiore, come i pellet trasparenti, spesso utilizzati negli imballaggi e per le loro qualità estetiche, potrebbero resistere meglio nonostante i prezzi più bassi richiesti per il polimero vergine, dal momento che alcuni operatori potrebbero continuare a utilizzare una certa percentuale di contenuto di riciclo per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità autoimposti, oppure puntare a commercializzare prodotti contenenti materiale di riciclo.

Potrebbero essere i gradi di qualità inferiore, come a esempio i pellet in R-LDPE flessibile naturale a nido d’ape, a risentire maggiormente dell’impatto negativo qualora i marchi e le aziende operanti nel settore di beni di largo consumo (FMCG) dovessero preferire il materiale vergine rispetto a quello di riciclo, soprattutto nel caso in cui trovassero più facile lavorare con il materiale vergine rispetto al R-LDPE.

Gli effetti del Regolamento imballaggi (PPWR) sul mercato del polietilene riciclato

La spinta regolamentativa avrà un ruolo importante nelle discussioni nella prima parte dell’anno, dal momento che la bozza di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR) dovrebbe essere convertita in legge a febbraio, stabilendo obiettivi obbligatori per il contenuto di riciclo di tutti gli imballaggi in plastica a partire dal 2030, oltre a determinare l’emanazione di nuove leggi per la raccolta e la separazione, e il divieto dell’uso di determinate materie plastiche nel territorio dell’Unione Europea.

Un punto su cui gli operatori del mercato dell’R-LDPE cercheranno di avere chiarezza è la modifica dell’Allegato V della bozza di regolamento originale, che stabiliva le regole per l’uso del film termoretraibile. Le preoccupazioni maggiori riguardano gli emendamenti all’articolo 22 dell’Allegato V, che interessano le restrizioni all’uso di alcuni formati di imballaggio, tra cui gli imballaggi retraibili, uno dei mercati d’uso finale dei pellet di R-LDPE flessibile. Nell’ultima tornata di modifiche, l’emendamento 328 modifica l’Allegato V con l’inclusione degli imballaggi di plastica utilizzati nel “punto vendita” (anziché “a livello di vendite al dettaglio”) e l’aggiunta delle bottiglie/flaconi all’elenco dei prodotti imballati in gruppo.

Ciò significa che potenzialmente potrebbero essere vietati gli imballaggi retraibili utilizzati per articoli come shampoo o cosmetici venduti in confezioni “3×2” nei supermercati. Tuttavia, come sempre accade con i regolamenti, la bozza contiene disposizioni che consentirebbero ugualmente l’uso degli imballaggi retraibili, posto che l’85% del materiale possa essere raccolto e avviato al riciclo e che si riesca a dimostrare che i tipi di imballaggio alternativi hanno un impatto sull’ambiente maggiore rispetto al materiale che sono chiamati a sostituire.

La bozza originale del regolamento pubblicata nel novembre 2022, e il voto dello scorso ottobre della commissione per l’ambiente (ENVI) del Parlamento europeo sugli emendamenti proposti, hanno causato molta confusione nel mercato degli imballaggi in generale e gli operatori sperano in una maggiore chiarezza prima dell’ultima tornata di votazioni.

a cura di Mark Victory, Senior Recycling Editor, ICIS