L’anno che sta per concludersi ha segnato un punto di svolta per l’industria della plastica e della gomma. Tra grandi eventi internazionali, riforme contrattuali e accelerazioni tecnologiche, il 2025 ha ridefinito le priorità di una filiera sempre più orientata alla sostenibilità e all’efficienza digitale. Ripercorriamo, attraverso le cronache di Plastmagazine, i dieci fatti che hanno lasciato il segno.
L’evento mondiale dell’anno ha confermato che la transizione ecologica non è più un’opzione. Con il motto “Green – Smart – Responsible”, la fiera ha messo in mostra soluzioni rivoluzionarie per la decarbonizzazione, con l’intelligenza artificiale protagonista assoluta nella gestione dei processi produttivi.
Una notizia storica per il welfare aziendale italiano: l’accordo per il rinnovo del contratto, che interessa 165.000 lavoratori, ha introdotto un aumento economico di 204 euro e nuove clausole su formazione continua e parità di genere, stabilizzando il clima sociale del settore.
Nonostante le incertezze macroeconomiche, i dati sull’import di macchinari hanno sorpreso tutti. La crescita del 16,5% nei primi nove mesi dell’anno testimonia la volontà delle aziende italiane di ammodernare gli impianti, con picchi incredibili nel segmento dei materiali espansi.
La politica industriale italiana ha visto l’ennesimo slittamento della Plastic Tax nazionale al 1° gennaio 2027. Plastmagazine ha seguito da vicino il dibattito, evidenziando come questo rinvio offra alle imprese il tempo necessario per adeguarsi ai nuovi standard europei senza shock fiscali immediati.
La tracciabilità è diventata digitale. L’introduzione della tecnologia blockchain nella certificazione IPPR ha segnato la fine dell’era del greenwashing, permettendo ai produttori di certificare in modo immutabile l’origine e la percentuale di polimero riciclato nei loro prodotti.
La sicurezza alimentare è tornata al centro del dibattito normativo. La richiesta del Parlamento Europeo all’EFSA per una nuova valutazione dei rischi sulle microplastiche ha messo in allerta i produttori di imballaggi, anticipando una futura revisione dei materiali ammessi a contatto con i cibi.
Il 2025 è stato l’anno in cui il riciclo chimico ha scalato le gerarchie. Operazioni industriali di rilievo, come quelle condotte da Itelyum e Plasta Rei, hanno dimostrato che è possibile trasformare rifiuti plastici complessi (Plasmix) in materie prime vergini, chiudendo finalmente il cerchio dell’economia circolare.
La fiera milanese dedicata alla sostenibilità ha consolidato l’Italia come leader nell’innovazione. Particolare rilievo è stato dato ai nuovi biopolimeri derivati da scarti non alimentari, come quelli provenienti dall’industria tessile, aprendo nuovi mercati nel design e nella moda.
Mentre altri settori manifatturieri faticavano, la trasformazione di materie plastiche in Italia ha mostrato una tenuta eccezionale. Plastmagazine ha riportato dati di produzione industriale in crescita (+2,1% tendenziale), confermando il comparto come uno dei pilastri più solidi del Made in Italy.
L’anno si è chiuso con l’entrata in vigore delle nuove norme sui materiali a contatto con gli alimenti (MOCA). Le aziende hanno dovuto affrontare standard di purezza molto più elevati, una sfida tecnica che ha spinto l’innovazione verso barriere funzionali sempre più sofisticate.

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