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IPPR, il Regolamento Imballaggi (PPWR) danneggia l’industria italiana

Il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR) proposto dalla Commissione Europea produrrà un danno all’industria delle materie plastiche, sia ai produttori di imballaggi sia ai produttori di altri beni. Lo afferma IPPR in una nota che prosegue: vanificando il lavoro di diffusione e incorporazione in nuovi prodotti delle plastiche riciclate portato avanti con l’impegno di tutti gli attori della filiera dalla fine degli anni 90 ad oggi.

L’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo sottolinea che l’Italia, con oltre 1,2 milioni di tonnellate all’anno ha raggiunto il 20% (contro una media europea del 6%) dell’intero ammontare di materie plastiche per la produzione di nuovi prodotti, imballaggi e altri beni che trasversalmente servono a soddisfare la domanda di molteplici settori: automotive, edilizia, arredo urbano e altri.

L’applicazione del Regolamento sugli imballaggi porterebbe alla mancata disponibilità sul mercato di molti prodotti che oggi vengono realizzati solo grazie ai riciclati provenienti dal ciclo dei rifiuti degli imballaggi e che incorporano quote importanti di plastica riciclata. Le catene distributive di prodotti con plastica seconda vita, comprese quelle della Pubblica amministrazione, potrebbero essere compromesse.

Libero Cantarella, presidente di IPPR, dichiara: “Il Regolamento trascina con sé implicazioni che sembrano non attirare l’attenzione che meriterebbero di avere. In particolare, mi riferisco all’obbligo di produrre imballaggi incorporanti un “contenuto di riciclato” sancito e calato dall’alto che gli addetti ai lavori sanno bene essere possibile al 100% per taluni imballaggi e impossibile per altri. Obbligo che evidentemente, essendo stato definito senza una fondamentale valutazione di impatto sulla sua sostenibilità ambientale, economica e sociale, rischia di minare alle basi non solo l’industria della produzione di imballaggi ma l’intero mondo della trasformazione di materie plastiche”.