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Il PET verso l’economia circolare

Point Plastic rinnova il suo impegno a supportare la transizione del polietilenetereftalato (PET) da una economia lineare a una economia circolare. In questa intervista, Tonino Severini, managing director dell’azienda, spiega quali sono le principali sfide che il settore dell’imballaggio in plastiche sta affrontando.

Quali sono le sfide che il mondo del PET deve affrontare?

La grande pressione mediatica che grava sul mondo della plastica considerata come un grave pericolo per l’ambiente, specialmente quello marino, sta sollevando all’interno della filiera produttiva (produttori, trasformatori, rivenditori e riciclatori) di materiale plastico utilizzato per l’imballaggio alimentare importanti quesiti legati al futuro del settore. Se poi aggiungiamo le recenti normative legale all’economia circolare che entreranno in vigore a livello Europeo nel 2025 e le varie normative nazionali come ad esempio la Plastic Tax in Italia è chiaro che la sfida maggiore che tutto il settore del packaging deve affrontare è quello relativo all’implementazione di un reale e sostenibile processo di economia circolare che coinvolga tutti gli attori di riferimento di questo mercato.

In che cosa consiste il progetto finanziato dalla Comunità Europea “FRAPET”?

Il progetto FRAPET acronimo di “Fully Recyclable A-PET” è stato finanziato con circa 1,8 K€ dalla Comunità Europea nell’ambito del programma di sviluppo Horizon 2020 che ha lo selezionato tra circa 1800 progetti presentati riconoscendo nella nostra proposta un importante tassello a supporto dell’implementazione dell’economia circolare nel settore dei vassoi in A-PET. Nello specifico il progetto prevede la produzione di vassoi in A-PET monomateriale con importanti proprietà di barriera all’ossigeno in sostituzione del tradizionale vassoio costituito da una struttura multistrato in PET che però contiene anche altri materiali plastici quali EVOH e Polietilene che ne impediscono una corretta riciclabilità. Basti pensare che nel 2019 sono state prodotte in Europa circa 600 KTons di questo poliaccoppiato praticamente non riciclabile che può essere sostituito con la nuova soluzione che offre una ottima riciclabilità

Quali sono i servizi che la Point Plastic offre ai sui clienti?

In un mercato, quello del PET, dove le richieste prestazionali sono sempre più importanti anche nell’ottica dell’economia circolare la Point Plastic ha moltiplicato gli sforzi nell’ambito della Ricerca e Sviluppo per poter offrire nuove soluzioni “green” che rispondessero ai nuovi requisiti dell’industria sempre più attenta alla sostenibilità del prodotto finito. La “costumizzazione” delle soluzioni ritagliate sulle necessità dei singoli clienti ha portato alla definizione di linee di prodotti con una loro particolare specificità è sicuramente il miglior servizio che la nostra azienda offre nell’ottica di fidelizzare il cliente su un percorso di lungo termine di sviluppo comune.

Quali sono oggi le applicazioni più richieste del PET?

Il PET è sempre più protagonista nel settore del packaging alimentare e le richieste del mercato puntano a produrre imballaggi più performanti e allo stesso più sostenibili. Tra le varie applicazioni a cui la Point Plastic S.r.l. riesce a dare delle risposte ottimali troviamo additivi atti a soddisfare le esigenze nelle seguenti applicazioni di vassoi in A-PET:

  • barriera all’ossigeno in monomateriale in sostituzione del multimateriale PET/EVOH/PE;
  • saldabilità in ambienti grassi in sostituzione del multimateriale PET/PE;
  • stabilità termica da 80°c fino a 100°c;
  • tray to tray;
  • miglioramento delle caratteristiche di r-PET

Per il settore non food abbiamo numerose richieste per la produzione di materiali espansi in PET nel il settore delle pale eoliche, nel settore dei trasporti e in quello delle costruzioni. In queste ultime applicazioni la Point Plastic S.r.l. è leader globale e produce oltre il 55% del fabbisogno mondiale di additivi specifici di settore.

Quanto è compatibile il PET con i principi dell’economia circolare?

Il PET è il materiale plastico che più di tutti gli altri mostra avere tutte le caratteristiche per poter essere completamente gestito nell’ottica di una reale economia circolare. La natura chimica del materiale, la molteplicità di processi di riciclo disponibili sul mercato che vanno da quello meccanico a quello chimico con le varie tecniche di depolimerizzazione (enzimatica, glicolica, idrolitica etc..) fanno si che ogni frazione di poliestere recuperata possa essere poi riciclata scegliendo il processo più idoneo. Da questi processi di riciclo è possibile produrre nuovi materiali con ottime caratteristiche fisico meccaniche ed elevate caratteristiche di purezza che ne consentono un riutilizzo sicuro nel settore del packaging alimentare.