Bioplastiche: la legislazione incerta frena investimenti e crescita

L’industria europea delle bioplastiche si è riunita a dicembre a Berlino per mettere in luce gli attuali piani di crescita, ma nonostante l’interesse dei delegati, rimangono ancora dubbi su cosa possa alimentare questa crescita, visto l’attuale scenario legislativo incerto.

La European Bioplastics Conference (EBC 23) si è svolta dal 12 al 13 dicembre 2023 con l’obiettivo primario di riunire marchi, produttori e responsabili politici per affrontare il tema di come far crescere efficacemente il mercato biobased. Per preparare la scena delle discussioni, European Bioplastics (EB) ha pubblicato l’atteso aggiornamento sullo sviluppo del mercato delle bioplastiche per il 2023.

Secondo il rapporto, le capacità produttive di bioplastica si attestano attualmente a 2,18 milioni di tonnellate nel 2023, con una crescita prevista del 240% nei prossimi 5 anni. Non si può fare a meno di chiedersi cosa alimenterà questa rapida crescita.

Forti investimenti

All’EBC 23 è emerso chiaramente che gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S) sono stati sufficienti a dimostrare che le bioplastiche possono essere un’alternativa efficace per una varietà di applicazioni e sono pronte a crescere.

La Direzione Generale Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, Silvia Maltagliati, ha sottolineato che i grandi investimenti in R&S non mancano. Tra gli altri esempi, ha illustrato gli investimenti della Commissione europea, che ammontano a 570 milioni di euro, in polimeri biobased, abilitazione tecnologica e innovazione sociale.

Inoltre, sono stati sviluppati diversi strumenti per aiutare i marchi a identificare rapidamente quale polimero biobased potrebbe essere la migliore alternativa per una determinata applicazione. Poiché tutti gli imballaggi rappresentano il 43% delle applicazioni delle bioplastiche, è necessario diversificare le applicazioni per garantire che le bioplastiche siano utilizzate dove possono avere il massimo impatto verso un futuro sostenibile.

Un’attenzione particolare è stata rivolta al settore agricolo, a prodotti come le pellicole pacciamanti, dove gli impatti negativi dell’assenza di plastiche non biodegradabili sono evidenti.

Rimane difficile pensare che la domanda sia sufficiente a costruire un mercato forte e a far crescere le capacità a 7,43 milioni di tonnellate all’anno entro il 2028. Gli investimenti in R&S da soli non basterebbero. La ragione principale fornita da EB per la crescita prevista è che l’utilizzo degli impianti è in media dell’82%. Questo dato è stato considerato basso da EB e indica che c’è spazio per la crescita di queste capacità.

Domande sulla legislazione delle bioplastiche

Tuttavia, le sessioni dell’EBC 23 non hanno dimostrato che la legislazione o la domanda di marchi/consumatori sia attualmente abbastanza forte da dare a questi stabilimenti un motivo per aumentare l’utilizzo degli impianti. Secondo Roberto Ferrigno di EB, la legislazione non è stata in grado di tenere il passo con la ricerca e lo sviluppo, rappresentando oggi il collo di bottiglia più significativo.

Più specificamente, la legislazione sulla biomassa nell’UE è fortemente incentrata sulla biomassa per uso energetico, ma non per uso materiale.

Nicolas Hark, del nova institute, ha sottolineato che la scala deve essere livellata tra l’uso materiale ed energetico della biomassa per garantire che la priorità delle materie prime sia uguale e che il mercato delle bioplastiche abbia la possibilità di svilupparsi ulteriormente.

Si ha l’impressione che i marchi abbiano messo i piedi nello spazio delle bioplastiche, ma che stiano aspettando i progressi della legislazione prima di fare il salto. La buona notizia è che nel momento in cui i marchi saranno pronti a fare il salto, e di conseguenza a far crescere la domanda e la capacità, la tecnologia e gli strumenti saranno pronti grazie a tutti gli investimenti già effettuati.

a cura di Andrea Bassetti, Senior Analyst, Plastics Recycling. ICIS