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Prezzi elevati e carenza di materiali: rischio stop della produzione

Le associazioni industriali Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica), Amaplast (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma) e Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il Confezionamento e l’Imballaggio) lanciano l’allarme per aumento dei costi energetici e l’indisponibilità dei materiali e rivolgono un appello alle istituzioni.

I vertici delle tre associazioni chiedono che Unione Europea e Governo nazionale implementino una politica industriale continentale che consenta alla manifattura nazionale ed europea di ridurre la sua dipendenza da materie prime e semilavorati provenienti da altre regioni. Vanno in questa direzione le misure legislative della Commissione Europea a sostegno dell’industria europea dei semiconduttori, a cui però devono essere aggiunte nuove misure su materie prime, energia e logistica.

Paolo Mongardi, presidente di Acimac, ha dichiarato: “Siamo nel mezzo di una situazione paradossale: le nostre aziende hanno un corposo portafoglio ordini che non riescono ad evadere. Il rischio che si sta facendo via via più reale è quello dello stop produttivo. La situazione è arrivata al limite e, salvo inversioni di marcia improvvise, ci avviciniamo ad un punto di non ritorno”.

Dario Previero, presidente di Amaplast, sottolinea: “Servono subito proposte mirate per calmierare non solo il costo di gas ed elettricità ma anche quello delle materie prime necessarie per la produzione dei nostri macchinari e quello delle materie plastiche usate dai trasformatori nostri clienti. Non possiamo permetterci un rallentamento di un settore strategico per il Pil del paese come quello dei beni strumentali, ma il rischio di scivolare in una crisi peggiore di quella pandemica è concreto”.

Matteo Gentili, presidente di Ucima, conclude: “Se già alla fine dello scorso anno il rincaro dei costi di produzione e delle materie prime, i ritardi di consegna della componentistica, gli incrementi delle tariffe per i trasporti e la crescita smisurata dei costi energetici erano elementi che ci facevano stare in allerta, adesso il paese è vicino a fermarsi. Per evitarlo è fondamentale intervenire al più presto a livello nazionale ed europeo”.