Attualità

Sistemi, tecnologie, finanziamenti per il riciclo delle bottiglie in PET

Il settore beverage e i produttori di bottiglie per bevande sono da alcuni anni alle prese con la ricerca delle migliori tecnologie e dei migliori metodi per instaurare un mercato di rPET di elevata qualità per uso alimentare. Obiettivo: recuperare PET senza contaminazioni da bottiglie per bevande, per poterlo reimmettere come materia prima seconda di qualità per nuove bottiglie con stessa destinazione d’uso.

Qualche anno fa si scoprì che le bottiglie in PET per bevande erano tra i dieci oggetti dispersi nell’ambiente più comuni rinvenuti sulle coste e nelle aree marine. Uno studio eseguito per la Commissione Europea riassumeva i dati di progetti di ricerca, programmi di monitoraggio ed eventi di pulizia dell’ambiente su 276 spiagge europee in 17 Paesi dell’Unione Europea. Metà dei rifiuti raccolti sulle spiagge nel 2016 erano oggetti monouso in plastica. E il 90% delle plastiche monouso ritrovate era composto per lo più di sole 10 tipologie di prodotti, il cui triste primato spettava alle bottiglie in PET per bevande con il 23%.

Al fine di ridurre l’inquinamento marino da plastiche, l’Unione Europea ha approvato nel 2019 la Direttiva (UE) 2019/904 (detta Direttiva SUP, Single Use Plastic) che stabilisce, tra le altre cose, obiettivi ambiziosi di raccolta differenziata delle bottiglie in PET per bevande e contenuti crescenti di materiale riciclato nelle bottiglie di nuova produzione. Direttiva che ancora fa discutere, anche nel nostro Paese, dove è stata recepita con decreto legislativo ed è entrata in vigore da gennaio di questo anno. Per cui ancora potrebbero esserci modifiche, ancora tutto è in divenire.

Rimane comunque il fatto che il dare impulso alla raccolta differenziata delle bottiglie in PET, individuare eventuali nuove modalità e valorizzare al contempo questo flusso per la produzione di nuove bottiglie (un procedimento definito Closed Loop Recycling, altrimenti più noto come bottle-to-bottle) sono azioni che fanno parte di una sfida importante che in questi anni sta coinvolgendo l’intera filiera delle bottiglie per bevande, dai produttori ai distributori, dagli enti locali ai cittadini.

In ambito europeo, molti Paesi hanno optato per l’introduzione di raccolte dedicate, con l’ausilio di dispositivi di raccolta automatizzati e il sostegno di strumenti economici, come il deposito su cauzione. L’adozione di sistemi di deposito cauzionale (DRS, deposit return scheme) è suggerita come strumento economico efficace sia nella Direttiva SUP sia nella Strategia europea per la plastica nell’economia circolare (2018).

Elevata automazione nel riciclo delle bottiglie in PET

Nei sistemi DRS, i consumatori conferiscono gli imballaggi in dispositivi di raccolta automatizzati appositamente approntati (macchine chiamate eco-compattatori o “reverse vending machine”, RVM) e posizionati generalmente all’interno dei punti vendita della grande distribuzione organizzata. Qui si inseriscono i vuoti da riciclare e la macchina ne verifica l’idoneità. Una volta controllata la corretta appartenenza al sistema DRS, queste macchine restituiscono al consumatore il deposito versato al momento dell’acquisto. La cauzione può essere erogata sotto forma di contanti, scontrino da riscattare direttamente alla cassa del punto vendita oppure, come accade in alcuni Paesi, liberamente devoluta ad una causa benefica. Nel caso di punti vendita di piccole dimensioni, il sistema di raccolta e la restituzione della cauzione avviene generalmente in maniera manuale. Gli obiettivi di questi sistemi sono:

  • la riduzione della dispersione dei rifiuti nell’ambiente, particolarmente efficace quando si tratta di consumo di bevande da asporto e fuori casa;
  • la restituzione del maggior quantitativo possibile di bottiglie, in modo da intercettare materiali di alta qualità privi di contaminazioni, favorendo così il riciclo bottle-to-bottle;
  • un elevato contributo in termini quantitativi e qualitativi al raggiungimento dei target europei di raccolta per il riciclo e di contenuto di riciclato nella produzione di nuove bottiglie.

I sistemi di deposito cauzionale sono infatti considerati in tutto il mondo un mezzo efficace per ridurre la dispersione degli imballaggi nell’ambiente, raggiungere elevati tassi di intercettazione e garantire un riciclo di alta qualità dei materiali raccolti. Dove già applicati, questi sistemi raggiungono livelli di intercettazione e riciclo effettivo anche superiori al 90%. Ad oggi, nella sola Europa, oltre il 35% delle bottiglie in PET raccolte deriva da selezione nell’ambito di schemi DRS.

Un dato importante poiché, nel caso degli imballaggi in PET per liquidi alimentari, i sistemi DRS garantiscono la creazione di un closed loop recycling, ovvero l’utilizzo di materia prima seconda di alta qualità (rPET) per la realizzazione di nuovi imballaggi per bevande (riciclo bottle to bottle), evitando così il downcycling, ovvero l’impiego dei materiali in applicazioni differenti e di minor pregio.

DRS dedicato versus raccolta differenziata classica

Nel mondo, con USA, Canada, Australia, Oceania e Medio Oriente, e in diversi Paesi europei, vi sono attualmente attivi più di 40 sistemi DRS per il riciclo. Nel 2020, all’incirca 291 milioni di cittadini avevano accesso ad un sistema DRS, numero destinato ad aumentare di altri 200 milioni entro la fine del 2023.

Guardando all’Europa, sono 13 i Paesi che hanno adottato sistemi di deposito cauzionale, mentre altri 12 ne hanno già deciso l’introduzione entro i prossimi quattro anni. Solo nel 2022, altri tre (Slovacchia, Lettonia e Malta) hanno introdotto un DRS per i contenitori monouso per bevande. I dati mostrano percentuali di intercettazione pari o superiori al 90% con punte che superano il 97% in Germania. Quest’ultima, come i Paesi Bassi, ha recentemente deciso di estendere i propri sistemi DRS, includendo ulteriori tipologie di bevande. In Germania, si raccoglieranno da questo 2022 anche i succhi e dal 2024 anche il latte. Questo si traduce in 1,7 miliardi di litri all’anno in più, ovvero circa 1,4 miliardi di imballaggi. Nei Paesi Bassi si aggiungono dal 2021 altre tipologie di imballaggi come le bottiglie in PET < 0,5 litri e da questo anno anche le lattine. I sistemi di raccolta differenziata nei Paesi che al contrario non adottano sistemi DRS intercettano in media il 47% degli imballaggi per bevande in PET immessi al consumo.

Due sistemi, diversi modelli di raccolta di bottiglie in PET

Il sistema con deposito cauzionale può essere distinto in centralizzato o decentralizzato a seconda della struttura e del tipo di collaborazione tra l’industria dei produttori di bevande e le imprese della distribuzione commerciale. I sistemi centralizzati sono stati adottati da ben 12 Paesi europei su 13, mentre la Germania ha adottato il sistema decentralizzato.

Nei sistemi centralizzati la gestione del meccanismo di deposito è affidata a un unico soggetto giuridico senza scopo di lucro, denominato Operatore centrale del sistema o Autorità di sistema, un’organizzazione no-profit costituita dai produttori di bevande e dai rivenditori. Tale organizzazione sovraintende alle attività per il corretto funzionamento del sistema e ha come principale obiettivo il raggiungimento dei target di raccolta stabiliti per legge al minor costo possibile. La distribuzione commerciale è responsabile della raccolta degli imballaggi vuoti e viene indennizzata con una commissione di gestione sulla base del numero di contenitori conferiti. Il valore della commissione di gestione viene negoziato a cadenze regolari tra produttori di bevande e distribuzione.

Nei sistemi decentralizzati, come in Germania e in alcuni stati USA, sono i produttori e gli importatori di bevande ad occuparsi della gestione e dell’amministrazione del sistema. La distribuzione rimane proprietaria del materiale raccolto presso i propri punti vendita e può rivenderlo sul mercato o utilizzarlo per la produzione di imballaggi a marchio proprio. Questo sistema risulta più complicato per i piccoli distributori che si trovano a gestire quantitativi ridotti di materiale; anche la gestione dei depositi non riscossi dal consumatore risulta in questo caso problematica.

Sono tre invece i modelli di raccolta comunemente adottati. Il modello di “return to retail” è quello più diffuso e performante. La restituzione dei contenitori vuoti e il recupero della cauzione avviene presso i punti vendita abitualmente frequentati per fare la spesa. Questo garantisce un’alta convenienza per i consumatori. Le RVM più moderne permettono anche restituzioni multiple con sacchi contenenti più imballaggi. I sistemi automatizzati moderni sono dotati di tecnologie di riconoscimento ottico integrate che verificano il codice a barre, la tipologia, la forma e il peso dell’imballaggio da ritirare, e ne determinano in tempo reale l’appartenenza o meno al programma di deposito. Tali sistemi compattano gli imballaggi subito dopo il riconoscimento, svalutandolo automaticamente. In questo modo si evitano eventuali frodi con il conferimento ripetuto di un imballaggio già raccolto e si ottimizza la raccolta in termini logistici e ambientali. La distribuzione viene indennizzata dall’industria delle bevande attraverso una commissione di gestione, corrisposta in base al numero di unità di imballaggi raccolti dal dettagliante.

Un altro modello è quello di “return to depot” o “return to redemption centre”. Esso prevede la realizzazione di appositi punti di riconsegna dei rifiuti da imballaggio, solitamente posizionati vicino a luoghi di consumo, presso i quali i consumatori possono accedere alle RVM. Questi sono solitamente finanziati attraverso una commissione di gestione pagata dall’industria delle bevande.

Infine, sono possibili modelli ibridi in cui convivono le due modalità di intercettazione appena descritte.

Modelli di finanziamento del riciclo di bottiglie in PET

Un primo modello di finanziamento è definito “trattamento dei depositi non riscattati”. In questo caso, le cauzioni costituiscono un flusso economico di cui si fanno carico i consumatori secondo il principio chi inquina paga. Nonostante i tassi elevati di intercettazione dei sistemi DRS, una quota dei contenitori cauzionati non viene comunque restituita costituendo un flusso di ricavo per il produttore e destinato al finanziamento del sistema.

Un secondo modello è “la vendita del materiale raccolto”. Il PET raccolto in maniera selettiva nell’ambito dei sistemi DRS è di qualità superiore rispetto al PET selezionato a partire dal flusso proveniente dalla raccolta differenziata monomateriale o multimateriale degli imballaggi in plastica. Il rifiuto raccolto risulta infatti privo di impurità, fatta eccezione per tappi, etichette e adesivi, ed è un flusso selezionato di imballaggi idonei ad uso alimentare che viene trasformato in rPET per la produzione di nuove bottiglie. I sistemi di deposito cauzionale sono quindi adatti a soddisfare una domanda elevata di materiale pulito e di alta qualità per rispettare i requisiti minimi di contenuto riciclato introdotti dalla Direttiva SUP. Le balle di PET post-consumo raccolte con un sistema di deposito cauzionale hanno un valore superiore di circa il 40% rispetto al PET proveniente dalla raccolta differenziata tradizionale.

Infine, il modello “contributo EPR da parte del produttore ed eco-modulazione”. I produttori di bevande partecipano al funzionamento del sistema attraverso un contributo ambientale versato nell’ambito del regime EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) per ogni unità di imballaggio immessa sul mercato. Il contributo può differire in relazione alla tipologia di materiale dell’imballaggio e a considerazioni legate all’eco-modulazione dei contributi per incentivare il riciclaggio. Anch’esso viene riscosso dall’operatore centrale del sistema e reinvestito in esso.

Il futuro del riciclo delle bottiglie in PET secondo i produttori di bevande

Le principali associazioni europee dei produttori di bevande, come UNESDA (Associazione europea dei produttori di bibite) e NMWE (Associazione europea dei produttori di acque minerali) riconoscono il ruolo dei sistemi di deposito su cauzione nel quadro degli obiettivi di economia circolare e chiedono alla Commissione europea di stabilire requisiti minimi per i sistemi DRS nell’ambito della revisione della Direttiva Europea sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Perché i sistemi DRS siano efficienti, è importante che abbiano una portata geografica nazionale, che si applichino a tutte le categorie rilevanti di bevande e di tipologie di imballaggio, che siano istituiti e gestiti dall’industria obbligata in una struttura senza fini di lucro, che risultino convenienti per i consumatori in termini di importo del deposito e di accessibilità, che incentivino la cultura della restituzione e consentano ai produttori di assicurare il materiale per il circuito chiuso del riciclaggio.

La direttiva SUP e i sistemi di deposito cauzionale

Questi i traguardi che la Direttiva SUP detta: entro il 2025 il 77% delle bottiglie in plastica monouso per bevande dovrà essere raccolto separatamente, percentuale che entro il 2029 deve salire al 90%; le bottiglie in plastica monouso per bevande dovranno contenere nel 2025 almeno il 25% di materiale riciclato e nel 2030 il 30%.

Il suggerimento di impiegare sistemi quali il deposito cauzionale per sostenere questa politica economica è un richiamo di quanto già avviene in alcuni Paesi dell’Unione Europea.

Il Laboratorio Servizi Pubblici Locali è un’iniziativa di analisi e discussione che riunisce importanti rappresentanti del mondo dell’impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali, e che vede, tra gli altri, la partecipazione di Conai e NextChem. Con REF Ricerche, ha pubblicato nel maggio di questo anno un Position Paper dedicato proprio a quanto attualmente si è fatto sul fronte dei sistemi DRS in diversi Paesi europei. Il Position Paper “Plastica monouso e obiettivi di intercettazione. Le soluzioni in campo” intende sostenere il dibattito sulle soluzioni in campo e su quanto ancora si può fare.

a cura di Valeria Mazzucato