Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat (ottobre 2025), nel 2023 nell’Unione Europea sono stati generati 79,7 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio, pari a 177,8 kg per abitante. Di questi, 15,8 milioni di tonnellate – quasi un quinto del totale (19,8%) – erano costituiti da imballaggi in plastica, confermando questo materiale come uno dei flussi più rilevanti e complessi da gestire nella transizione verso un’economia circolare.
La plastica rappresenta il 20% dei rifiuti da imballaggio
La composizione dei rifiuti da imballaggio nell’UE vede ancora prevalere carta e cartone (40,4%), seguiti da plastica (19,8%), vetro (18,8%), legno (15,8%) e metalli (4,9%).
La quota di plastica varia significativamente tra gli Stati membri: dal 16% in Lussemburgo al 29,8% in Irlanda, mentre in Bulgaria la plastica ha superato carta e cartone, raggiungendo il 28,4% del totale (dati 2022).
Dopo anni di crescita costante, la produzione complessiva di rifiuti da imballaggio è diminuita del 4,7% rispetto al 2022, segnando il secondo calo consecutivo dopo il picco del 2021. Tuttavia, la quantità di imballaggi plastici resta elevata e la pressione sui sistemi di raccolta e riciclo non accenna a diminuire.
Riciclo in crescita, ma lontano dal target 2030
Il tasso medio di riciclo degli imballaggi in plastica nell’UE ha raggiunto nel 2023 il 42,4%, con un leggero miglioramento rispetto al 2022 ma ancora ben distante dall’obiettivo fissato dal Packaging Waste Directive, che impone di riciclare almeno il 55% entro il 2030.
Solo Belgio (59,5%) e Lettonia (59,2%) hanno già superato il target, mentre Slovacchia, Cechia, Germania e Slovenia risultano vicine (tra 51% e 54%).
All’estremo opposto, Ungheria (23%), Francia (25,7%), Austria (26,9%) e Danimarca (27,8%) si collocano ancora sotto il 30%, seguite da Croazia, Svezia, Finlandia e Irlanda.
Nel complesso, il riciclo totale di tutti i materiali di imballaggio ha raggiunto il 67,5%, un risultato che avvicina l’Unione Europea all’obiettivo complessivo del 70% entro il 2030. Tuttavia, la plastica rimane il materiale più critico, a causa della sua eterogeneità e della difficoltà di riciclare imballaggi leggeri, multistrato e contaminati.
Borse di plastica: il consumo cala ma il traguardo non è ancora raggiunto
L’altra grande sfida riguarda le borse di plastica leggere (LPCBs), oggetto di una specifica direttiva (2015/720/UE).
Nel 2023, ogni cittadino europeo ha utilizzato in media 65 borse di plastica, in calo rispetto alle 95 del 2018, ma ancora ben al di sopra del target di 40 unità per abitante, da raggiungere entro il 2025.
Le migliori performance si registrano in Belgio (4 borse pro capite), Polonia (7), Portogallo e Austria (14), Svezia (22), Danimarca (23), Lussemburgo (25) e Paesi Bassi e Germania (31).
Agli ultimi posti figurano invece Lettonia (209), Lituania (196) e Cechia (185).
Il calo più marcato dal 2018 è stato osservato in Svezia (–131 borse per abitante), seguita da Lituania (–125) e Spagna (–104). In termini relativi, il Belgio ha ridotto il consumo dell’86% in cinque anni.
L’Italia sopra la media europea nel riciclo della plastica
Con 219,5 kg di rifiuti da imballaggio per abitante, l’Italia si colloca tra i Paesi europei con la maggiore produzione pro capite, superando di oltre il 20% la media UE.
Di questi, si stima che circa 43–45 kg siano imballaggi in plastica, per un totale nazionale di oltre 2,6 milioni di tonnellate.
Sul fronte del riciclo, però, l’Italia si distingue positivamente: nel 2023 ha registrato un tasso di riciclo della plastica del 49,1%, in costante aumento e superiore di quasi 7 punti rispetto alla media europea.
Si tratta di un risultato reso possibile dal sistema Conai–Corepla, che negli ultimi anni ha consolidato la raccolta differenziata su tutto il territorio nazionale, ha ampliato la rete di impianti di selezione e ha avviato progetti per il riciclo chimico e meccanico avanzato delle plastiche miste.
Borse di plastica: l’Italia vicina al target UE
Anche sul fronte del consumo di borse di plastica leggere, l’Italia si colloca tra i Paesi più virtuosi.
Nel 2023, gli italiani hanno utilizzato 45 borse pro capite, contro una media europea di 65.
Il Paese è quindi vicino al traguardo di 40 borse per abitante previsto per il 2025.
Questo risultato è il frutto di una strategia nazionale anticipata rispetto alla normativa europea:
- divieto di distribuzione gratuita già dal 2011;
- obbligo di biodegradabilità e compostabilità per le borse ultraleggere;
- campagne di educazione ambientale mirate al riuso.
L’Italia è stata uno dei primi Paesi dell’UE a introdurre restrizioni concrete sulle borse leggere e resta oggi un riferimento per le misure di prevenzione dei rifiuti plastici nel commercio al dettaglio.
Obiettivi 2030 e nuove prospettive
Il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (UE 2025/40) stabilisce obiettivi ambiziosi per tutti i materiali, con un traguardo di almeno il 55% di riciclo per la plastica entro il 2030.
Per raggiungerlo, saranno cruciali:
- l’espansione del riciclo chimico come complemento al riciclo meccanico;
- l’incremento dell’uso di plastica riciclata negli imballaggi;
- la semplificazione del design per il riciclo (eco-design);
- e una maggiore armonizzazione dei sistemi EPR (Extended Producer Responsibility).
L’Italia parte da una posizione favorevole, ma dovrà continuare a investire in tecnologie e infrastrutture per il trattamento delle plastiche più difficili e nel monitoraggio della qualità del riciclo.
Nel panorama europeo, la gestione dei rifiuti di imballaggi in plastica rappresenta una delle sfide ambientali e industriali più significative del decennio.
I progressi registrati nel 2023 indicano una direzione positiva, ma il divario rispetto ai target resta ampio.
L’Italia si distingue come uno dei Paesi più avanzati, grazie a un sistema maturo di raccolta e riciclo, una normativa anticipatrice e una crescente attenzione alla qualità del recupero.
Per l’Europa, la strada verso la circolarità della plastica passa ora dalla sinergia tra innovazione tecnologica, responsabilità estesa dei produttori e comportamenti di consumo più sostenibili.

Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere