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Riciclo chimico della plastica in Europa: sfida da 400 miliardi

Il riciclo chimico della plastica in Europa potrebbe rappresentare una svolta nella transizione verso l’economia circolare, ma richiede investimenti colossali. Secondo un nuovo report pubblicato da Bain & Company, saranno necessari oltre 400 miliardi di euro in investimenti cumulativi (capex) per rendere il riciclo chimico competitivo rispetto alla produzione di plastica vergine, un obiettivo raggiungibile solo tra 20 e 30 anni.

Attualmente, riciclare poliolefine – una delle tipologie di plastica più comuni – costa oltre il doppio rispetto a produrle da materie prime vergini. A frenare l’espansione del settore sono soprattutto fattori economici sfavorevoli e una domanda troppo sensibile ai prezzi per garantire economie di scala.

Il ruolo delle politiche europee

Secondo Bain, le politiche pubbliche saranno decisive per chiudere il divario tra offerta e domanda. Seguendo l’esempio dei mandati europei sui carburanti sostenibili, anche per la plastica si potrebbero introdurre obblighi graduali di utilizzo di materiali riciclati, a livello nazionale o regionale. Un incremento dell’1-2% annuo nella penetrazione del mercato del riciclo chimico potrebbe portare questa tecnologia a coprire oltre il 15% del mercato europeo della plastica entro il 2040, con ritorni sostenibili e impatti minimi sui margini industriali.

“Il riciclo chimico potrà diventare competitivo una volta raggiunti 650 milioni di tonnellate cumulative di poliolefine riciclate globalmente,” afferma Mark Porter, responsabile globale del settore chimico per Bain & Company. “Ciò richiederà almeno due o tre decenni e rappresenterà circa il 20-30% della domanda totale di plastica”.

Tre strategie per i leader del riciclo chimico

Il report individua tre leve strategiche per le aziende della plastica che vogliono posizionarsi da protagoniste nel riciclo chimico:

  • Sviluppare collaborazioni lungo la filiera, assicurandosi flussi di rifiuti di alta qualità e clienti a valore aggiunto. I primi arrivati avranno un vantaggio difficilmente replicabile.
  • Interagire attivamente con i regolatori per modellare le politiche chiave e migliorare la percezione pubblica delle plastiche sostenibili.
  • Adottare modelli di business innovativi, con contratti di lungo termine e meccanismi di prezzo dinamico, investendo in partnership non convenzionali.

“Serve un approccio sistemico con supporto normativo,” conclude Porter. “Superata una massa critica, il riciclo chimico potrà passare da spinta sovvenzionata a domanda spontanea, trasformandosi in una soluzione di mercato competitiva”.