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Plastica riciclata per uso food contact: le sfide per i riciclatori

L’utilizzo di plastica riciclata nelle applicazioni a contatto con gli alimenti è necessario per soddisfare i prossimi obiettivi e richiede il rispetto della normativa UE, ma per chi non opera nel mercato del polietilene tereftalato riciclato (R-PET) o al di fuori dell’UE, soddisfare tali requisiti rappresenterà una sfida significativa.

Il Regolamento (UE) 2022/1616 sui materiali a contatto con gli alimenti stabilisce requisiti rigorosi per la plastica riciclata destinata al contatto con gli alimenti, coprendo l’intera catena del valore dalla raccolta al prodotto finale.

In un webinar congiunto con ICIS, Plastics Recyclers Europe (PRE) e membri della catena del valore hanno delineato alcune delle sfide relative alle fasi di raccolta e pretrattamento.

Il Regolamento impone la raccolta differenziata dei rifiuti di plastica, il pretrattamento, la conformità alle norme UE in materia di contatto con gli alimenti (in particolare il Regolamento (UE) 10/2011) e la certificazione da parte di terzi dei sistemi di garanzia di qualità per garantire sicurezza e tracciabilità.

Mentre i riciclatori dell’UE beneficiano dei quadri di conformità esistenti e di tecnologie adeguate (come il riciclo meccanico del PET), i riciclatori extra UE devono affrontare ostacoli significativi: dimostrare l’equivalenza agli standard UE, implementare sistemi di tracciabilità e sottoporsi a un lungo processo di raccolta e presentazione dei dati relativi alle nuove tecnologie per l’approvazione da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che può richiedere fino a cinque anni.

Questi requisiti mirano a salvaguardare la sicurezza alimentare quando si utilizzano materiali plastici riciclati, sostenendo al contempo gli obiettivi dell’UE in materia di contenuto riciclato, ma potrebbero rappresentare sfide importanti per le catene di approvvigionamento globali.

Regolamento (UE) 2022/1616 – Punti chiave

Si applica a tutti i processi di riciclo che producono materie plastiche destinate al contatto con gli alimenti (meccanico, chimico, fisico, a ciclo chiuso).

I requisiti riguardano:

  • Raccolta differenziata dei rifiuti plastici.
  • Attività di pretrattamento (smistamento, triturazione, lavaggio).
  • Unità di decontaminazione e
  • Post-trattamento.

In relazione a questi requisiti:

  • Conformità alla normativa UE 10/2011 per la sicurezza dei polimeri originali a contatto con gli alimenti.
  • Certificazione da parte di terzi dei sistemi di garanzia della qualità per la tracciabilità.

Tecnologie adeguate vs. tecnologie innovative

Il punto di partenza è qualificare lo stato della tecnologia ai sensi della normativa e in linea con la valutazione dell’EFSA. Esistono due stati della tecnologia:

  • Tecnologie adeguate: riciclo meccanico del PET post-consumo e sistemi a ciclo chiuso.
  • Tecnologie innovative: richiedono un’approvazione pluriennale (fino a 5 anni se si includono i periodi di proroga) con dati di sicurezza approfonditi prima di essere inserite nell’allegato I del regolamento.

Sfide per i riciclatori non UE

  • È necessario dimostrare la conformità al regolamento UE 10/2011 tramite la legislazione nazionale o controlli di equivalenza dettagliati.
  • Implementare sistemi di tracciabilità e ottenere una certificazione riconosciuta dall’UE.
  • Affrontare lunghi tempi di approvazione e costi elevati per la valutazione dell’EFSA.
  • A livello locale potrebbero non esistere standard di raccolta differenziata, il che aggiunge complessità.

Implicazioni strategiche

La Commissione europea ha fissato obiettivi obbligatori in materia di contenuto riciclato per i materiali sensibili al contatto a partire dal 2030 nell’ambito del regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR), che si aggiunge agli obiettivi esistenti previsti dalla direttiva sulla plastica monouso.

Il mercato dell’UE avrà bisogno di volumi maggiori di materiale riciclato per raggiungere gli obiettivi di imballaggio fissati per il 2030. Il solo PPWR genererà 11,5 milioni di tonnellate di domanda aggiuntiva di PET, PE e PP riciclati entro il 2040.

“Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà importazioni a integrazione dell’offerta europea, ma i riciclatori al di fuori dell’UE stanno già lottando per comprendere il complesso panorama legislativo che devono affrontare per poter essere parte della soluzione”, ha affermato Helen McGeough, Global Analyst Team Lead for Plastics Recycling presso ICIS.

I riciclatori non UE devono investire in infrastrutture di conformità o collaborare con entità certificate dall’UE, se intendono rifornire il mercato europeo.

L’allineamento tempestivo con un sistema di certificazione, come RecyClass, e con i sistemi di controllo qualità è fondamentale per l’accesso al mercato europeo per tutti gli operatori.

Segnalazione aggiuntiva di Helen McGeough

a cura di Matt Tudball, redattore senior, riciclo presso ICIS