L’entrata in vigore della plastic tax dal 1° luglio 2024 fa suonare l’allarme forte e chiaro. La misura tanto discussa, annunciata nel Decreto Milleproroghe per un possibile rinvio, attualmente non è oggetto di discussione alla Camera. Marco Bergaglio, presidente di Unionplast e vice-presidente di Federazione Gomma Plastica, ha lanciato un pressante appello al Governo e al Parlamento, evidenziando le gravi conseguenze che questa imposta potrebbe avere sull’industria italiana.
Con oltre 50.000 addetti diretti e un fatturato di 13 miliardi di euro, l’industria italiana delle materie plastiche rappresenta un pilastro nel panorama industriale italiano. Tuttavia, Bergaglio mette in guardia sull’effetto domino che potrebbe verificarsi con l’entrata in vigore della plastic tax il 1° luglio. Numerose filiere industriali, tra cui quelle agricole, alimentari e cosmetiche, rischiano di subire un impatto negativo, essendo dipendenti dagli imballaggi in plastica per la produzione e il business.
Inoltre, Bergaglio sottolinea il rischio di sanzioni sproporzionate per gli operatori, che potrebbero compromettere l’accesso al credito dell’intero settore. La mancanza di una valutazione d’impatto scientifica sull’utilità ambientale della plastic tax solleva interrogativi sulla sua efficacia e sulla destinazione dei proventi, che attualmente non sono indirizzati a fini ambientali come il potenziamento della raccolta e del riciclo degli imballaggi tassati.
La filiera del riciclo, evidenziata come un’eccellenza italiana in Europa, ha dimostrato il suo valore nel 2022, risparmiando tonnellate di materia prima vergine e riducendo le emissioni di CO₂. Bergaglio e le associazioni da lui rappresentate chiedono un’inversione di rotta nella politica ambientale, evidenziando l’inefficacia della plastic tax come misura esclusivamente sottrattiva, senza alcun beneficio per l’economia circolare e con serie ricadute occupazionali.
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