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Parigi vieta i sacchetti non compostabili

Ammessi solo quelli compostabili e contenenti materie prime rinnovabili. 3 milioni di sacchetti in Mater-Bi donati da Novamont e Gruppo Barbier ai commercianti parigini per agevolare il processo di transizione.

Basta fossile, sì alle materie prime rinnovabili e compostabili. E’ l’operazione “Zéro sac plastique fossile” con cui il comune di Parigi mette al bando i tradizionali sacchetti per asporto merci in PE e PVC nei mercati alimentari della capitale a favore di quelli di origine vegetale. A partire da oggi, per l’imballaggio primario i commercianti potranno utilizzare solo buste realizzate con materie prime di origine vegetale e compostabili – da quelle in bioplastica a quelle in carta o di cotone – pratiche, resistenti ed ecocompatibili.
Rafforzando quanto già previsto dalla legge sulla “transazione energetica” relativamente agli imballaggi, il comune di Parigi prende così la leadership nella battaglia contro i cambiamenti climatici e a favore dell’economia circolare. I mercati rionali, in particolare, grazie a questo provvedimento che affiancherà quello già in atto sulla raccolta dei prodotti alimentari invenduti e degli scarti vegetali, si avviano a rappresentare la punta di diamante di queste nuove pratiche virtuose di sostenibilità ambientale.
Novamont e il partner Gruppo Barbier – leader nel mercato francese della trasformazione della plastica -, per sostenere i commercianti dei mercati in questa prima fase di introduzione dei nuovi sacchetti doneranno loro oltre 3 milioni di buste realizzate in Mater-Bi, la bioplastica di Novamont biodegradabile e compostabile secondo la norma NF EN 13432 e la norma NF T 51-800 per il compostaggio domestico, che può essere smaltita con la frazione organica dei rifiuti abbattendo significativamente l’emissione di gas a effetto serra.