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Olio di pirolisi: investimenti in ripresa nel 2025 tra regole UE e sfide

La seconda metà del 2025 potrebbe vedere un rinnovato interesse per gli investimenti nell’olio di pirolisi, dopo che l’UE ha definito il proprio approccio alla contabilità del bilancio di massa all’inizio di luglio. È stato proposto un modello di esenzione dal carburante. La consultazione sulle proposte si è conclusa il 19 agosto. La Commissione sta attualmente conducendo una revisione prima di presentare una bozza finale al proprio comitato tecnico, con l’obiettivo di adottare le proposte nell’ambito di una decisione di attuazione nell’autunno 2025. Al momento non è chiaro quale sarà la portata delle modifiche alle proposte SUPD risultanti dalla consultazione.

Incertezze regolatorie ancora irrisolte

La mancanza di chiarezza sull’approccio dell’UE ha ritardato alcune decisioni di investimento nel 2024 e nella prima metà del 2025.

Tuttavia, sebbene ciò contribuisca in qualche modo a chiarire una delle principali incertezze normative che il mercato deve affrontare, permangono alcune aree di dubbio legislativo che continuano ad avere un impatto negativo sulla domanda e sulle decisioni di investimento. Tra queste figurano:

  • Le definizioni di rifiuti e riciclo ai sensi della direttiva 2008/98/CE, nota anche come direttiva quadro sui rifiuti, che costituisce la base della maggior parte delle definizioni della legislazione dell’UE in materia di riciclo.
  • Il regolamento sui veicoli fuori uso (ELVR) e la possibilità che il riciclo chimico possa essere conteggiato ai fini del raggiungimento degli obiettivi proposti, nonché quali saranno tali obiettivi.
  • La possibilità che il riciclo chimico possa essere conteggiato ai fini del raggiungimento degli obiettivi del regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR).

Le richieste dell’industria

Ciò è stato sottolineato il 5 agosto da OMV, il cui amministratore delegato ha dichiarato a ICIS che è necessario un contesto normativo più sicuro prima di essere disposti a rischiare ulteriori investimenti per potenziare gli impianti di riciclaggio chimico.

Essendo l’Europa la prima regione a definire in dettaglio il proprio approccio alla contabilità del bilancio di massa, vi sono anche preoccupazioni circa l’impatto di un approccio di esenzione dal carburante sulla competitività dei costi rispetto ad altre regioni, qualora queste adottassero pratiche di contabilità del bilancio di massa più permissive, come l’assegnazione gratuita, insieme all’impatto negativo sulla redditività interna rispetto a un approccio di assegnazione gratuita.

La normativa sui combustibili rinnovabili

La legislazione sui combustibili rinnovabili, nel frattempo, gode di maggiore chiarezza e gli obiettivi previsti da normative quali la direttiva sulle energie rinnovabili (RED) III e il pacchetto Fit for 55 incoraggiano l’uso dell’olio di pirolisi come combustibile (nell’ambito del pacchetto Fit for 55, il combustibile derivato dai rifiuti plastici può essere conteggiato ai fini del raggiungimento di obiettivi quali quelli relativi al combustibile sostenibile per l’aviazione (SAF), a condizione che soddisfi determinati criteri, quali la dimostrazione della riduzione delle emissioni).

Ciò continua a incoraggiare i produttori di olio di pirolisi derivato da pneumatici a separare il contenuto di origine biologica e il contenuto di polimeri nella produzione di olio di pirolisi, con il contenuto di origine biologica che attira premi rispetto all’olio di pirolisi derivato da pneumatici a base di polimeri. Si tratta di una tendenza che dovrebbe continuare nella seconda metà del 2025 e oltre nel medio termine.

Difficoltà del contesto industriale e macroeconomico

Il clima degli investimenti in generale rimane difficile, in particolare dato il consolidamento dei volumi dei cracker in Europa. Tuttavia, nonostante l’incertezza normativa e macroeconomica, gli investimenti nell’olio di pirolisi continuano e i proprietari dei marchi continuano a considerare l’olio di pirolisi come una soluzione chiave per gli imballaggi riciclati a contatto con gli alimenti su larga scala.

Finora, nel 2025, i prezzi si sono dimostrati resistenti alla più ampia crisi macroeconomica che affligge il settore chimico europeo, in particolare per i gradi derivati dalla plastica, almeno in parte a causa di carenze strutturali.

Capacità installata e nuovi progetti

Si prevede che la pirolisi sarà la più grande tecnologia di riciclo chimico al mondo in termini di capacità. Secondo l’ICIS Recycling Supply Tracker – Chemical, l’Europa ha attualmente una capacità installata di olio di pirolisi derivato dalla plastica di circa 150.000 tonnellate/anno. È in fase di costruzione o di messa in servizio un’ulteriore capacità di olio di pirolisi di oltre 300.000 tonnellate/anno.

Le cause dei ritardi negli impianti

Numerose start-up di impianti di olio di pirolisi hanno subito ritardi nel periodo 2023-2025 a causa di:

  • Accesso a rifiuti di qualità adeguata.
  • Difficoltà nella gestione della variabilità delle proprietà delle materie prime.
  • Ritardi nelle autorizzazioni ambientali.
  • Fasi di messa in servizio più lunghe del previsto per l’ottimizzazione dei processi.
  • Condizioni macroeconomiche negative che creano difficoltà di finanziamento e modificano le strutture dei costi.

Impatto sulla filiera dell’agglomerazione

Ciò ha creato una sfida per gli operatori del settore dell’agglomerato riciclato a monte. Negli ultimi anni molti gestori di rifiuti hanno aumentato la capacità di agglomerazione con l’obiettivo di servire il fiorente mercato dell’olio di pirolisi.

Tuttavia, i ritardi nell’avvio degli impianti hanno fatto sì che, mentre la capacità di agglomerazione è entrata in funzione, la capacità di olio di pirolisi che questa materia prima avrebbe dovuto servire non lo è stata. Ciò ha comportato una riduzione degli investimenti nell’agglomerazione e l’inutilizzo di alcune linee.

Prospettive di mercato fino al 2030

Si teme che ciò possa creare difficoltà per l’industria dell’olio di pirolisi in fase di crescita, poiché l’accesso a rifiuti di alta qualità in quantità sufficienti continua ad essere considerato uno dei principali ostacoli potenziali alla crescita del mercato.

Gli operatori continuano a prevedere un aumento della domanda di olio di pirolisi, in particolare dei gradi derivati dalla plastica, nei prossimi 12-24 mesi, ma si aspettano un aumento più rapido dell’offerta e della domanda dal 2027 al 2028, poiché gli operatori si preparano a raggiungere gli obiettivi di riciclaggio volontari e normativi per il 2030.

a cura di Mark Victory