
Monitoraggio, raccolta e prevenzione dell’inquinamento da plastica nei fiumi: sono questi gli obiettivi del progetto Plasticentro, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e coordinato dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino centrale. Tra i protagonisti anche Enea, impegnata nella definizione di protocolli e campagne di monitoraggio, insieme a Arpa Lazio, Arpa Umbria, Università Politecnica delle Marche e Legambiente.
Il progetto si concentra sui corsi d’acqua dell’Appennino centrale e prevede l’intercettazione e la raccolta dei rifiuti plastici presenti nei fiumi e sulle sponde, prima che raggiungano l’ambiente marino. I materiali raccolti verranno classificati in base a composizione e provenienza, per una mappatura più precisa dell’inquinamento.
“Plasticentro prevede attività sperimentali per identificare strumenti di monitoraggio e azioni di intervento adatte alle specificità territoriali”, ha spiegato Patrizia Menegoni, ricercatrice del Laboratorio Enea di Biodiversità ed Ecosistemi e responsabile del progetto. “Come Enea contribuiremo alla stesura di un protocollo di campionamento, basato anche sulle esperienze maturate nel progetto europeo Life Blue Lakes”.
Oltre alla stesura del protocollo, Enea collaborerà alla preparazione e conduzione delle campagne di monitoraggio dell’inquinamento da plastica, nonché all’analisi dei risultati e alla validazione delle metodologie adottate.
Accanto ai partner scientifici, il progetto coinvolge numerose istituzioni locali, tra cui le Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, la Capitaneria di Porto di Roma, i Contratti di fiume e le utility locali come Acea-Ato2.
Nella foto, il gruppo di lavoro: Enea, Arpa Lazio, Arpa Umbria
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