Il settore europeo del riciclo della plastica sta vivendo il suo peggior momento storico, con un calo del fatturato del 5,5% nel 2024 che mette a rischio la resilienza industriale, l’economia circolare e migliaia di posti di lavoro. L’ultimo rapporto annuale evidenzia la più significativa contrazione di capacità mai registrata, mentre i dati preliminari del 2025 indicano un aumento del 50% delle chiusure degli impianti, con la perdita di quasi un milione di tonnellate di capacità produttiva in appena tre anni.
Con una capacità installata totale di 13,5 milioni di tonnellate, il settore resta ben al di sotto della crescita annua del 6% necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation). La pressione su imprese e impianti deriva da alti costi energetici e di produzione, riduzione della domanda interna e dall’incremento di importazioni a basso costo e non regolamentate. I segmenti più colpiti sono i film in poliolefine e il PET, ciascuno responsabile del 25% delle chiusure registrate tra il 2023 e il 2024.
“È essenziale un’azione coordinata tra istituzioni europee e governi nazionali per proteggere il settore, salvaguardare l’occupazione e garantire la sostenibilità tecnologica e ambientale dell’Europa”, ha dichiarato Ton Emans, Presidente di Plastics Recyclers Europe. Tra le misure urgenti suggerite figurano regolamentazioni di mercato più eque e applicate, controlli più severi sulle importazioni, riduzione dei costi energetici e armonizzazione dei requisiti di rendicontazione attraverso certificazioni di terze parti.
La crisi evidenzia rischi strutturali per la competitività industriale europea e mette in discussione la capacità dell’Europa di raggiungere gli obiettivi di circolarità previsti per il settore del riciclo della plastica.

Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere