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BMW accelera sull’economia circolare con il 3D printing

BMW sta integrando la stampa 3D con il riciclo dei suoi scarti plastici, trasformando le polveri esauste e i componenti dismessi in nuove risorse per la produzione. Guidato dall'Additive Manufacturing Campus di Oberschleißheim, questo approccio mira a ridurre l'impatto ambientale, tagliare i costi e migliorare l'efficienza produttiva.

La stampa 3D non è più solo sinonimo di rapidità e flessibilità, ma si afferma sempre di più come leva per la sostenibilità industriale. BMW Group ha presentato un programma avanzato per integrare il riciclo di polveri esauste e componenti plastici dismessi all’interno del proprio ecosistema di additive manufacturing, trasformando gli scarti in nuove risorse per la produzione di attrezzature, dispositivi ausiliari e componenti tecnici.

Con questa iniziativa, l’azienda tedesca consolida il proprio percorso verso una circular economy applicata ai polimeri, puntando su innovazione tecnologica, riduzione degli sprechi e competitività produttiva.

Dal progetto bottleUP al riciclo industriale dei polimeri

Le basi del programma risalgono al 2018, quando – nell’ambito del BMW Start-up Accelerator – è stato lanciato bottleUP, un progetto volto al riutilizzo del PET riciclato come materia prima per il 3D printing. Dopo i primi test su scala pilota condotti nel 2019 con rifiuti industriali, nel 2021 il team guidato da Paul Victor Osswald, project manager Predevelopment Non-Metals, ha realizzato i primi supporti e attrezzature con filamento riciclato. Da allora il percorso ha conosciuto una progressiva industrializzazione, culminata oggi con la possibilità di recuperare e trasformare fino a dodici tonnellate di polveri esauste all’anno.

Il materiale rigenerato viene rielaborato in due forme principali: da un lato i filamenti, destinati ai processi di Fused Filament Fabrication (FFF) e adatti per la realizzazione di componenti di piccola e media dimensione; dall’altro i granuli, utilizzabili nella Fused Granulate Fabrication (FGF), una tecnologia particolarmente indicata per la produzione di utensili di grandi dimensioni.

Il ruolo strategico dell’Additive Manufacturing Campus

Il cuore del progetto è l’Additive Manufacturing Campus di Oberschleißheim, inaugurato per concentrare in un’unica sede la produzione, la ricerca e la formazione legate al 3D printing. Il Campus non si limita a fungere da hub produttivo, ma svolge un ruolo di centro di competenza a livello globale.

Ogni stabilimento BMW può beneficiare di un pacchetto completo che comprende materiali riciclati, sia sotto forma di filamenti che di granuli, parametri di stampa validati e ottimizzati, raccomandazioni sui sistemi più adatti e programmi di formazione specifica per operatori e progettisti. Questo approccio integrato consente di standardizzare le procedure e accelerare l’adozione del riciclo nei vari plant, riducendo al minimo i tempi di setup e garantendo la qualità dei componenti. La condivisione delle competenze e lo sviluppo di una rete globale di esperti rappresentano un ulteriore fattore di accelerazione.

Impatti industriali: sostenibilità e competitività

La rigenerazione delle polveri esauste, che in passato venivano semplicemente smaltite, comporta vantaggi rilevanti sotto diversi punti di vista. L’impatto ambientale è evidente, grazie alla riduzione dei rifiuti plastici e del ricorso a materie prime vergini. L’aspetto economico non è meno rilevante, poiché il riutilizzo dei materiali consente un abbattimento dei costi e rende possibile la produzione interna di dispositivi che in precedenza erano affidati a fornitori esterni. A livello produttivo, infine, la disponibilità immediata dei componenti e l’incremento dell’efficienza di processo rappresentano un valore aggiunto importante, accompagnato dal miglioramento dell’ergonomia per gli operatori.

La stampa 3D basata su materiali riciclati diventa così un vero e proprio driver di competitività, poiché consente iterazioni rapide, evita fermi linea e offre ai team la possibilità di sviluppare soluzioni direttamente sul campo, adattandosi in modo flessibile alle esigenze della produzione.

Applicazioni concrete nei plant BMW

Il 3D printing è oggi presente in tutti gli stabilimenti del Gruppo, con la produzione di centinaia di migliaia di componenti l’anno. Le applicazioni sono molto diversificate e spaziano da dispositivi ergonomici e di sicurezza a supporti tecnici, maschere, dime e attrezzature speciali.

A Monaco, ad esempio, è stata realizzata una soluzione riutilizzabile che stabilizza il piantone dello sterzo durante il montaggio della scocca, evitando il rischio di collisioni. A Berlino, presso BMW Motorrad, sono state sviluppate pedane di supporto con sistemi di bloccaggio che mantengono i pannelli moto in posizione durante l’applicazione delle decorazioni, garantendo stabilità e precisione. A Dingolfing, invece, gli stessi operatori hanno ideato un supporto magnetico per avvitatori cordless, capace di ridurre il rischio di perdere viti durante l’assemblaggio. Questi esempi dimostrano come la stampa 3D basata su materiali riciclati non sia più una semplice sperimentazione, ma una tecnologia ormai consolidata e diffusa in tutta la rete industriale del Gruppo.

Verso il futuro: Debrecen e la Neue Klasse

La prossima tappa di questo percorso sarà lo stabilimento di Debrecen, in Ungheria, dove è in costruzione un nuovo impianto 3D che supporterà la produzione della Neue Klasse. Il sito potrà beneficiare fin da subito delle competenze già sviluppate negli altri plant, avviando immediatamente la produzione con filamenti e granuli riciclati e rafforzando ulteriormente la rete globale.

I polimeri riciclati come leva di innovazione

Il progetto BMW dimostra come l’integrazione del riciclo nel 3D printing non sia soltanto un contributo alla sostenibilità, ma un modello industriale replicabile, capace di coniugare economia circolare, ottimizzazione dei costi e innovazione di processo.

Come osserva Paul Victor Osswald, l’utilizzo di polveri esauste e componenti dismessi rappresenta un elemento chiave per un’economia circolare funzionale ed efficiente. Vedere un’idea nata in fase di startup trasformarsi in produzione su larga scala, spiega, è la dimostrazione di quanto sia possibile coniugare innovazione e responsabilità industriale.

Per l’industria dei polimeri, l’esperienza del BMW Group costituisce un caso di studio emblematico: la prova concreta che, attraverso la rigenerazione degli scarti, si possono sviluppare filiere additive circolari, tecnologicamente avanzate e competitive.