Attualità

Bioplastiche, grandi manovre

Un cambiamento di scenario attende le bioplastiche, sempre più protagoniste della cronaca del settore. Le forti aspettative richiedono progetti e investimenti.

La notizia dell’acquisizione di Novamont da parte di Versalis, il “braccio chimico” di Eni, è solo l’ultima di una serie che coinvolge in modo diretto e consistente il settore delle bioplastiche.

Si unisce infatti ad altre due news sullo stesso argomento. La prima viene dagli Stati Uniti: l’amministrazione Biden, nel documento ambiziosamente intitolato “Obiettivi coraggiosi per la biotecnologia e la produzione biologica”, delinea la messa a punto di un percorso per la trasformazione di materie prime a base biologica in polimeri riciclabili, in grado di sostituire su ampia scala più del 90% delle plastiche e degli altri polimeri oggi in commercio.

La seconda notizia riguarda l’acquisizione da parte del Gruppo Maip di Bio-on, la società di bioplastiche dichiarata fallita nel 2019 e al centro di una complessa vicenda giudiziaria ancora in corso. Il produttore di compound piemontese ha presentato un progetto di investimenti, di rilancio dell’azienda e di ripresa della produzione.

Contesti diversi, aziende diverse, circostanze diverse. Tutte e tre le news però mettono in evidenza una sensibile crescita dell’interesse per le bioplastiche, materiali polimerici la cui origine è biologica e non petrolchimica. Altri fatti segnalano un cambiamento di scenario per i biopolimeri, a cominciare dall’introduzione di polimeri di origine biologica nel portafoglio prodotti dei principali fornitori di materiali internazionali, pronti a raccogliere i risultati di una domanda in crescita.

Sostenibilità (intesa in modo appropriato) e decarbonizzazione guidano la diffusione delle bioplastiche nei principali segmenti applicativi delle materie plastiche. Non sono più solo il packaging e articoli monouso a richiedere l’impiego delle bioplastiche: anche i beni durevoli (e qui c’è la sfida principale) come l’automotive e gli elettrodomestici sono coinvolti in questo processo di sostituzione.

Un cambio di paradigma di grande portata che richiede innanzitutto investimenti in attività di ricerca, di formazione e di capacità produttiva. Un percorso lungo che può già contare su solide basi.

a cura di Paolo Spinelli