Si è concluso oggi con la condanna dei fondatori e di altre figure del management, il processo di primo grado per il crac di Bio-on, la società emiliana di bioplastica crollata nel 2019 sotto le accuse di bancarotta fraudolenta e di un report pubblicato dal fondo Quintessential nel 2019.
Il Tribunale di Bologna ha condannato i due fondatori della società, Marco Astorri (ex presidente) e Guy Cicognani (ex vicepresidente), a 5 anni e 2 mesi di reclusione, accompagnati dall’inabilitazione a ricoprire cariche imprenditoriali per cinque anni.
Altri vertici di Bio-on hanno ricevuto pene significative: 4 anni e 4 mesi per Vittorio Folla (ex direttore generale e azionista di rilievo), 4 anni per l’ex consigliere Gianni Lorenzoni, 3 anni e 8 mesi per Gianfranco Capodaglio (ex presidente del collegio dei sindaci), e 3 anni e 6 mesi per il revisore Gianni Bendandi e per gli ex sindaci Vittorio Agostini e Giuseppe Magni. Assolto invece Pasquale Buonpensiere, all’epoca direttore finanziario.
Le accuse, a vario titolo, includevano bancarotta fraudolenta impropria, distrazione di fondi e tentativo di ricorso abusivo al credito. Il processo ha ricostruito il crollo della società, avvenuto il 24 luglio 2019 quando un video su YouTube prodotto da Quintessential fece precipitare il titolo che era arrivato a capitalizzare oltre un miliardo di euro.
Nel 2023, gli asset di Bio-on sono stati acquisiti dalla società italiana Gruppo Maip, produttrice di compound termoplastici.
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