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Autogol ovvero il riciclo delle materie plastiche in Italia

Il futuro del riciclo delle materie plastiche in Italia. Cronaca, tecnica e strategie di un settore fondamentale per l’economia e per l’ambiente.

L’Antitrust ha erogato una multa di 27 milioni di euro a Corepla per abuso di posizione dominante e per aver ostacolato l’attività di un altro operatore, il Coripet. Il Consorzio per il riciclo degli imballaggi in plastica respinge le accuse e ribadisce la sua funzione di servizio pubblico. Abbiamo dato ampio spazio a questa notizia e alla replica sul nostro portale Plastmagazine.it.

Comunque la si legga, è una vicenda che non fa bene all’industria delle materie plastiche. Emerge con chiarezza il grande lavoro che resta ancora da fare per arrivare a una raccolta e a un riciclo efficienti e completi. Allo stato attuale è soprattutto la parte di migliore qualità, quella del PET usato per le bottiglie, ad avere un processo di recupero e riciclo integrale e remunerativo.

Un fatto deve essere chiaro: il riciclo delle plastiche è un’attività industriale come le altre e per questo necessita di portare margini all’impresa. Inoltre, gli investimenti in impianti e attrezzature che le aziende devono compiere sono onerosi e richiedono lunghi tempi di implementazione; anzi, più il materiale da riciclare è contaminato, più il livello tecnologico delle attrezzature deve essere elevato, con la conseguente crescita dell’investimento.

In un interessante articolo che pubblichiamo sul fascicolo di dicembre di Plast, Mark Victory, della sezione riciclo di Icis, segnala che una recente relazione della Corte dei Conti Europea mette in luce che difficilmente l’UE potrà centrare gli obiettivi di riciclo che si è data per il 2025 e per il 2030. Tanti i motivi, a cominciare dalle restrizioni in vigore dall’anno prossimo all’esportazione di rifiuti plastici verso paesi terzi, proseguendo con l’ancora troppo limitato impatto del riciclo chimico, una soluzione che potrebbe essere utile per riciclare i materiali di minor valore. Ciliegina sulla torta, la Plastic Tax europea: se il tasso di riciclo diminuisce, gli oneri finanziari aumentano.

Serve un cambio di passo tecnico e organizzativo che faccia crescere la qualità della raccolta differenziata così da permettere all’industria di realizzare valore dal materiale recuperato e all’ambiente di essere protetto con efficacia. Soluzioni poco ambiziose o di ripiego, rischiano di non essere capite dall’opinione pubblica, il convitato di pietra di tutta questa storia.

a cura di Paolo Spinelli