
Serve un quadro normativo chiaro e regole certe per rilanciare gli investimenti e la competitività del settore delle bioplastiche in Italia. È questo il messaggio lanciato da Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche, durante le recenti “Giornate dell’Energia e dell’Economia circolare” a Trevi (Perugia).
Il presidente ha sottolineato le difficoltà che le aziende italiane devono affrontare, in particolare la concorrenza sleale da parte di produttori asiatici. Questi ultimi, ha spiegato Bianconi, beneficiano spesso di sussidi pubblici, manodopera a basso costo e normative meno severe, creando una situazione di dumping che ha eroso quote di mercato significative, lasciando la capacità produttiva europea spesso sottoutilizzata.
Un altro problema sollevato è quello delle “stoviglie pseudo riutilizzabili”. Questi prodotti, venduti come riutilizzabili per aggirare la direttiva sulla plastica monouso (SUP), sfruttano una lacuna nella normativa che non definisce chiaramente i requisiti per il riutilizzo. La situazione potrebbe però sbloccarsi presto, grazie a una proposta tecnica della Commissione europea che mira a specificare in modo più dettagliato cosa si intende per manufatto riutilizzabile.
Nonostante queste sfide, il settore continua a puntare sull’innovazione, soprattutto nel campo del packaging. Le bioplastiche compostabili potrebbero ricevere un’ulteriore spinta dal nuovo regolamento europeo su imballaggi e rifiuti da imballaggio (PPWR), che apre importanti prospettive. Bianconi ha invitato le autorità italiane a notificare al più presto la lista delle applicazioni che dovranno essere realizzate in materiali compostabili. Questo passo, la cui entrata in vigore è attesa entro l’11 agosto 2026, potrebbe fungere da apripista per normative simili in altri Paesi europei. A tal proposito, Assobioplastiche ha già fornito il proprio supporto al Ministero per accelerare il processo.
Bianconi ha concluso il suo intervento ribadendo l’importanza di un quadro normativo stabile. “Solo con regole certe potremo far ripartire gli investimenti in modo strutturale”, ha affermato. Ha inoltre auspicato l’assegnazione di un codice Ateco o NACE specifico per la filiera delle bioplastiche compostabili, un riconoscimento che darebbe visibilità e identità all’intero comparto.
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